Un bosco da salvare o un asilo da costruire? Il confronto si accende a Specchia Gallone

A Specchia Gallone un progetto per un nuovo asilo accende il dibattito: progresso educativo o sacrificio del verde? Due visioni a confronto.

C’è un piccolo bosco, silenzioso e familiare, che da anni respira insieme agli abitanti di Specchia Gallone, frazione del Comune di Minervino di Lecce. Un luogo che non è solo verde: è memoria e identità. Oggi, questo piccolo spazio verde è diventato il centro di un dibattito acceso e profondo, che coinvolge cuore, ragione e visione del futuro. Da un lato, l’Amministrazione comunale difende con decisione il progetto che prevede la costruzione di un asilo nido ecosostenibile. Dall’altro, un gruppo di cittadini, riuniti sotto il nome di Comitato “Amico Albero” che chiede di fermarsi, riflettere, ascoltare gli alberi prima delle ruspe. Due idee di futuro si sfiorano, si incrociano, ma non sempre si comprendono.

Le ragioni dell’Amministrazione

L’Amministrazione Comunale, guidata dal sindaco Antonio Marte, ha diffuso un comunicato dettagliato per chiarire le ragioni che hanno portato alla scelta di realizzare il nuovo asilo, una scelta – sottolineano – sostenibile, trasparente e al servizio della comunità. Una presa di posizione voluta anche per spegnere le polemiche nate intorno all’opera finanziata dal Ministero nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Missione 4, Investimento 1.1) volto al potenziamento dei servizi di educazione e cura per la prima infanzia.

L’intervento, pensato per servire la fascia 0–2 anni, darà nuova vita a un’area da anni in stato di abbandono. “Non siamo davanti a un parco, né a un ecosistema protetto – precisa il comunicato – ma a un’area incolta e dimenticata che vogliamo restituire alla comunità, senza alcun abbattimento indiscriminato e nel pieno rispetto del principio europeo DNSH – Do No Significant Harm (non causare danni all’ambiente), vincolante per tutti i progetti Pnrr”.

L’Amministrazione respinge con fermezza anche l’idea che l’opera sia sproporzionata rispetto alla domanda locale: “Dire che non ci sarebbero abbastanza bambini è miope e infondato – afferma il sindaco Antonio Marte – il nido si inserisce in una visione più ampia di scuola aperta, moderna e inclusiva, in continuità con il modello educativo montessoriano già presente sul territorio. E anche se un domani – si legge – non dovesse più ospitare bambini da 0 a 2 anni, la struttura sarà comunque un patrimonio della comunità, uno spazio polifunzionale immerso nel verde, un luogo per attività collettive, laboratori, incontri, iniziative per giovani e anziani. Un cuore vivo nel centro della comunità.”.

“Dispiace constatare – conclude la nota a firma del primo cittadino – come, attorno a un progetto utile, sostenibile e trasparente, si stia costruendo una narrazione fuorviante e pretestuosa, sostenuta da soggetti che si dichiarano apolitici ma risultano legati a gruppi di opposizione. Chi si oppone a un progetto utile, finanziato, sostenibile senza proporre alternative reali e soprattutto fattibili, si assume la responsabilità di negare un’opportunità a un’intera comunità”.

La posizione del Comitato “Amico Albero”

Ma non tutti condividono questa visione. A dare voce a un’altra prospettiva è il Comitato “Amico Albero”, un gruppo spontaneo di cittadini che hanno deciso di metterci la faccia per “difendere” il piccolo polmone verde di Specchia. Il comitato non nega l’utilità degli asili, ma contesta la scelta del luogo dove effettuare questo tipo di intervento.

“Pensare di risolvere lo spopolamento giovanile costruendo asili – scrivono – è come pensare di risolvere la fame costruendo ristoranti di lusso.” Una metafora potente, che mette al centro una questione fondamentale: la denatalità non è un problema strutturale soltanto legato alla carenza di servizi per l’infanzia, ma è legato a qualcosa di più profondo come la mancanza di lavoro o l’assenza di prospettive per i giovani nei piccoli comuni del Salento. Per il Comitato, occorrerebbe investire, piuttosto, in progetti innovativi che creino opportunità di lavoro e favoriscano la permanenza dei giovani nei luoghi di origine.

Una parte significativa della critica si concentra sulla sorte della lecceta del piccolo bosco di Specchia Gallone che sorge proprio nell’area del progetto. “I lecci – si legge nella replica – non sono solo alberi, ma presenze familiari, capaci di migliorare l’ambiente e la salute psicofisica dei cittadini.”

Il comitato accende i riflettori sulla “promessa di piantare dieci nuovi alberi per ogni esemplare abbattuto” che, a loro dire, non sarebbe sufficiente a compensare il danno. “Un solo albero maturo – spiegano – vale, in termini di servizi ecosistemici, molto più di dieci giovani piantine che impiegheranno decenni a diventare efficaci.” La loro proposta? Pensare in grande, ma con radici nella terra, senza perdere ciò che già si ha: gli alberi.

A rendere il tutto ancora più complesso è il contesto ambientale in cui questa discussione si svolge: quello della crisi climatica, dove ogni metro quadrato di verde conta, e dove ogni scelta pubblica viene letta anche alla luce della sua impronta ecologica. È per questo che, oltre ai numeri, pesano le parole, le narrazioni, le visioni.

Due verità, una comunità

Il contrasto, dunque, non è solo tra chi vuole costruire e chi vuole conservare. È piuttosto uno confronto tra due visioni sul significato stesso di “sviluppo” e “cura del territorio”. Da un lato l’Amministrazione rivendica un progetto utile, moderno e pedagogicamente avanzato, che si inserisce nella tradizione montessoriana della scuola locale. Dall’altro, i cittadini del comitato chiedono una riflessione più ampia sul modello di crescita e su ciò che davvero serve per trattenere le nuove generazioni nei borghi del Sud.

E forse, alla fine, ciò che emerge non è tanto una risposta univoca, quanto la necessità di ascoltarsi di più, costruire processi partecipati, e riconoscere che il bene comune può avere molte forme: a volte ha la forma di un’aula a misura di bambino, altre quella di una chioma verde che svetta sopra le case di un paese.