Ricorre oggi, giovedì 28 aprile, la Giornata mondiale sulla sicurezza e salute sul lavoro. Coordinata dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), la ricorrenza non si celebra dallo scorso anno, causa pandemia da coronavirus, una situazione questa che ha rivoluzionato il modo di lavorare e sopravvivere
L’epidemia, infatti, ha strozzato l’economia del Paese colpendo il punto cardine: “il lavoratore”. Oltre 3 milioni di italiani, infatti, sono costretti a rimanere a casa a causa delle restrizioni per contenere i contagi.
Una “pandemia” che conta circa 1 milione e mezzo di italiani contagiati (2.5%), un numero di decessi impressionante (119.012) e il Pil che crolla al -9,5% nel 2020.
I dati Inail della giornata sulla sicurezza del lavoro
Secondo L’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, lo scorso anno sono stati denunciati 554.340 infortuni, circa 90.000 in meno rispetto al 2019 (641.638 denunce). Un dato che trova subito risposta: la lotta all’emergenza epidemiologica ha abbassato le ore lavorative degli italiani, facendo calare, di conseguenza, il numero degli infortuni; 1270 sono stati i decessi dichiarati, 114 in più (1156 morti), la causa è sempre la stessa, il Coronavirus, infine, negli ultimi due mesi sono 104 le vittime sul lavoro, un dato che sconvolto l’intera penisola.
I dati Inail in Puglia
In Puglia si sono registrati oltre 5.245 denunce di infortunio, di cui 25 decessi (la metà dei quali riguarda professioni sanitarie).
Le categorie più soggette a infortuni sono: medici e infermieri (86,6%); fisioterapisti (4,1%); tecnici di radiologia e laboratorio (3,4%) e ausiliari sanitari/ portantini (96,5%).
«Vogliamo che questa sia una giornata di ricordo e di ringraziamento per chi ha combattuto il virus da eroe, magari senza volerlo essere», ha affermato il segretario provinciale della Cisl, Donato Congedo, «Chi in piena pandemia non ha smesso per un giorno di svolgere doverosamente il suo mestiere. Vogliamo dire grazie a medici, infermieri, oss, personale sanitario (per davvero e senza retorica in prima linea), uomini e donne delle forze dell’ordine, personale scolastico, operai, impiegati, cassiere e cassieri, addetti alle pulizie, badanti, autotrasportatori. Tutte categorie coraggiosamente esposte, che spesso hanno pagato un prezzo altissimo in termini di incolumità per la loro vita e quella dei propri cari».
La giornata mondiale del 28 aprile, quindi, ci mette davanti un ostacolo molto difficile da superare, ma non impossibile, si ha la possibilità di tornare alla normalità, di tornare a lavorare, ma non bisogna dimenticare ha sacrificato tutto per renderlo tale, a chi, nonostante la pandemia, ha lavorato più del dovuto, per la salute e la sicurezza di tutti.
