Diminuiscono le ore degli Oss della cooperativa Progetto A, Cobas in agitazione

La protesta dei sindacati arriva dopo la comunicazione della riduzione dell’orario settimanale degli operatori socio sanitari. Chiesta la procedura di raffreddamento. In assenza di accordo si ventila lo sciopero di oltre mille dipendenti.

È in stato di agitazione l’organizzazione sindacale Cobas Pubblico impiego di Lecce, dopo la comunicazione della riduzione del monte ore settimanale giunta agli operatori socio sanitari dipendenti della cooperativa progetto A dell’ambito territoriale di Lecce. Al personale Oss che ha un contratto a tempo indeterminato con la previsione della sospensione del lavoro nei mesi estivi e la riattivazione a fine settembre la cooperativa ha, infatti, comunicato la riduzione dell’orario settimanale, che passerà da 25 ore a 20 ore secondo la nuova previsione. Non ci stanno, però, i sindacati di base, che oltre a chiedere la comunicazione per iscritto della modificazione del contratto denunciano la violazione delle norme costituzionali sulla giusta retribuzione. A danno, secondo quanto affermato nella missiva inoltrata dai Cobas alla cooperativa e agli enti competenti, non solo dei lavoratori, ma anche degli utenti.

“Ogni utente disabile – scrivono i Cobas – deve avere gli stessi diritti, nel caso specifico assistenza scolastica, indifferentemente che essa sia erogata da personale Asl o Ambito, senza fare economia sui disabili che hanno la sfortuna di andare in capo all’ Ambito che per carenza di risorse ne fa la pelle sui bambini
L’anno scolastico è iniziato il 24 senza la presenza degli OSS; il 26 settembre sono state comunicate le nuove condizioni di lavoro che vanno a peggiorare il servizio a discapito degli utenti. Non più 25 ore settimanali, come da contratto, bensì 20, da dividere su un numero elevato d’utenti ubicati su plessi e comuni diversi”.

Una previsione tanto più ingiusta secondo i sindacati quanto più si valuta il contesto epidemico in cui operano attualmente gli Oss, che impone una diligenza tarata sui rischi maggiori che derivano dal pericolo di contagio. Per questo la richiesta che i sindacati avanzano alla Prefettura è di esperire alla procedura di raffreddamento obbligatoria, al fine di giungere a un accordo che possa ristabilire le condizioni lavorative dell’anno precedente. In assenza di un feedback delle istituzioni si ventila l’ipotesi di uno sciopero che potrebbe riguardare oltre mille dipendenti.


Pierfrancesco Albanese
Pierfrancesco Albanese


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