Parlamento, le mamme deputate potranno allattare in Aula

Le mamme-deputate potranno allattare durante le sedute in Aula alla Camera. Avranno delle “apposite postazioni collocate all’ultima fila dell’emiciclo”.

Svolta alla camera dove anche l’Italia ce l’ha fatta e da ora in poi le mamme deputate potranno allattare i loro figli sino al compimento del primo anno, senza sottrarsi ai lavori parlamentari. È questa la decisione della Giunta per il Regolamento di Montecitorio, dove all’allattamento sono state dedicate postazioni apposite collocate nell’ultima fila superiore dell’emiciclo, in quella che è una sorta di tribuna riservata.

Una legge che ha messo d’accordo tutte le forze politiche, dimostrando, almeno in teoria, quanto in Parlamento si stia lavorando per garantire alle donne sempre più diritti, in quello che appare un cammino di emancipazione e di riscatto femminile, ma soprattutto a pochi giorni dalla giornata internazionale che ricorda e denuncia la violenza sulle donne.

La proposta di legge arriva nel luglio del 2022 da Gilda Sportiello del M5S ma, largamente diffusa, viene in poco tempo accolta da tutti i partiti e non da meno dall’attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, diventata mamma da pochi anni. Una collaborazione civile e democratica che accende la speranza sul nuovo ruolo della donna nella società contemporanea, dove tanto è stato fatto, ma tanto ancora c’è da fare, in quello che sembra essere un percorso che vede le donne in una posizione sempre meno ambigua e opaca.

‘Un passo di grande civiltà’ dichiara la pentastellata, ma soprattutto un diritto concreto e tangibile che sottrae le donne, deputate ma anche mamme, ad una scelta complessa, quella di recarsi al lavoro o di fornire cure ai propri figli, quando di fatto una cosa non deve necessariamente escludere l’altra. Ed è così che si spera e ci si aspetta che la legge venga estesa anche ad altre istituzioni pubbliche e private, che potranno così permettere ad ogni donna di gestire il primo anno di vita del bambino senza rinunciare parallelamente al proprio ruolo di lavoratrice, deputata o impiegata che sia. Insomma una solidarizzazione tra Stato, istituzioni, cultura e società con l’obiettivo di rendere sempre più libera, autonoma e indipendente una donna che ancora oggi ricopre un ruolo subalterno e pieno di ostacoli e dove la collaborazione di tutti risulta funzionale quanto indispensabile