Alluvione in Emilia Romagna, il racconto di un Vigile del Fuoco salentino

Alluvione in Emilia Romagna. Il racconto di un Vigile del Fuoco salentino: ‘Il momento più bello? Quando abbiamo salvato un bambino’.

L’alluvione in Emilia Romagna sta tenendo con il fiato sospeso tutti gli Italiani. L’esondazione dei fiumi e le inondazioni di città e campagne ha causato morti e dispersi. Come al solito lo spirito eroico degli Italiani e soprattutto dei ‘professionisti del soccorso’ ha giocato la sua parte determinante. Tra i primi a partire per la calamitá alluvionale in Emilia Romagna, al fine di un prestare soccorso, c’era anche il Vigile del Fuoco salentino Giorgio Tramacere, in servizio al Comando di Milano e partito con la Sezione Fluviale Lombardia. Dopo 4 giorni e 4 notti, il Vigile del Fuoco salentino torna alla base, portando dietro emozioni e sensazioni e un immenso carico di umanità ferita.

‘Sono stati 4 giorni intensi, senza mai dormire e soprattutto senza mai fermarsi. L’indomita voglia di aiutare la popolazione bisognosa ha vinto sulla stanchezza – scrive in un post il vigile del fuoco salentino -. Al nostro arrivo abbiamo trovato una situazione disastrosa, gente sui balconi, ai piani alti, che attendeva il nostro arrivo per essere recuperata e portata nel centro di accoglienza sfollati. La pioggia che cadeva incessantemente ha rallentato i recuperi ma certamente non ci ha impedito di fare quello per cui eravamo stati chiamati. Tutti i piani terra e buona parte dei primi piani delle abitazioni sono andati distrutti. La gente è terrorizzata ogni qualvolta cadono anche solo due gocce di pioggia perchè ritornano in mente le immagini di quei momenti tragici’.

Giorgio Tramacere, dopo 4 giorni di lavoro, come dicevamo, torna alla base, ritorna in Lombardia, consapevole che ciò che si è fatto, anche se fondamentale, è pur sempre una goccia nell’oceano. “Dopo 4 giorni si ritorna al proprio Comando, fieri di aver fatto il proprio lavoro e aver dato una speranza a coloro che hanno perso tutto. La cosa che piú rimane impressa è la riconoscenza della popolazione che ieri sera ha trovato il tempo di raggiungere la nostra base in loco e dimostrarci il loro affetto con la loro presenza e i loro abbracci sinceri. Mi porterò per sempre dentro l’attimo in cui, in un recupero, mi è stata messo in braccio un piccolo fagottino dagli occhi vispi che, assieme ai suoi familiari, abbiamo recuperato e portato in salvo’.



In questo articolo: