Commissione Tributaria, annullato un avviso di accertamento di oltre 220mila euro a un albergo di Gallipoli

La Commissione ha disapplicato la Delibera del Comune di Gallipoli per l’applicazione della Tari per l’anno 2018 perché non ha rispettato criteri razionali.

Un’importante sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce – Sez. 1 – è depositata il 12 gennaio scorso in accoglimento delle eccezioni di diritto e di merito dell’avvocato Maurizio Villani, ha accolto parzialmente il ricorso avverso l’avviso di accertamento Tari 2018 del Comune di Gallipoli di 227.959 euro, notificato a un noto albergo di Gallipoli. A renderlo noto l’associazione “Sportello dei Diritti”.

In sostanza, la Commissione ha disapplicato la Delibera del Comune di Gallipoli per l’applicazione della Tari per l’anno 2018 perché, nel ripartire i costi tra le utenze domestiche e quelle produttive, non ha rispettato criteri razionali al fine di garantire un’idonea copertura dei costi reali del servizio e non un’atipica forma di prelievo sul reddito o sul patrimonio.

Infatti, il Comune di Gallipoli per la Tari 2018 (ma lo stesso principio si può estendere agli altri anni), contravvenendo a quanto detto, del tutto illegittimamente e arbitrariamente ha ritenuto, ai fini della ripartizione dei costi del servizio, di dover applicare alle utenze domestiche una tariffa pari al 57% ed alle attività produttive una tariffa pari al 43%.

La scelta del Comune sulla ripartizione in quelle percentuali indicate appare immotivata e quindi illegittima, non il frutto di un esercizio razionale della discrezionalità tecnica, bensì il frutto di un evidente e non giustificato esercizio di discrezionalità amministrativa.

In sostanza, il Comune di Gallipoli non ha esposto una esauriente indicazione delle ragioni obiettive di carattere tecnico che sorreggano, nel rispetto del principio di proporzionalità, la scelta di differenziare, all’interno della stessa categoria legale e con margini di scostamento rilevantissimi, le aliquote relative alle diverse tipologie di immobili.

I giudici tributari hanno censurato il comportamento dell’Amministrazione comunale e hanno accolto parzialmente il ricorso della società ridimensionando le richieste nel senso di porre a carico delle utenze non domestiche, come l’albergo, una percentuale pari al 25,11% dei costi Tari e non del 43% come in un primo momento accertato.



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