Dona al Comune di Minervino innaffiatoi per il Cimitero, ma il sindaco li rifiuta. La ‘denuncia’ in un manifesto…

“Primo caso in Italia di rifiuto di una donazione!” è la scritta a caratteri cubitali su un manifesto apparso a Minervino di Lecce in cui si accusa il sindaco Ettore Caroppo di aver respinto degli innaffiatoi per il cimitero.

Chi lo avrebbe detto che la ‘plastica’ – finita sul banco degli imputati anche grazie ad una maggiore sensibilità e impegno per difendere l’ambiente – avrebbe scatenato una querelle a Minervino di Lecce, dove è accaduto un fatto in controtendenza con le tante iniziative sparse qua e là per limitarne l’uso e diffondere una cultura più green, in guerra aperta contro l’inquinamento. A scatenare la diatriba nel paese del Dolmen sono stati quei classici contenitori riutilizzati, più e più volte, per riempire i portafiori nel Cimitero.

Prima non si buttava via nulla, non con la facilità di oggi. E tutto ciò che si poteva riadoperare veniva recuperato. Così è stato anche per quei flaconi di detersivi e detergenti che anche grazie alla loro particolare forma si sono trasformati in perfetti annaffiatoi fai da te. Proprio per ‘eliminare’ dal cimitero i recipienti di plastica esistenti, tra l’altro antiestetici, l’Associazione culturale “in moto per” ha deciso di ‘donare’ al Comune di Minervino degli innaffiatoi con tanto di supporto, ma a quanto pare il primo cittadino Errore Caroppo che ha fatto della difesa dell’ambiente uno dei suoi cavalli di battaglia più riusciti avrebbe rifiutato il cadeau. 

«Primo caso in Italia di rifiuto di una donazione» si legge a caratteri cubitali sul manifesto a firma del Presidente dell’Associazione, Andrea Gianfreda apparso su molte strade del comune salentino.

«Lo scopo della donazione – continua – era quello di dare ‘decoro’ al Cimitero, anche in occasione della commemorazione del 2 novembre». Già, in questi giorni sono tante, tantissime le persone che fanno visita ai propri cari ed eliminare i vecchi recipienti in plastica sarebbe stato, senza dubbio, un segnale di attenzione all’ambiente e alla cittadinanza.

Sarebbe bello, però, indipendentemente da quanto accaduto a Minervino, se la lotta alla plastica toccasse anche il camposanto. E invece sono stati tanti gli ‘errori’ commessi. Quanti per sostituire il portafiori di rame trafugato da qualche malintenzionato non lo ha sostituito con i contenitori di plastica? E quanti che non possono permettersi di portare i fiori freschi ai propri cari scelgono quelli “artificiali” dimenticando che esistono altre valide alternative (tessuto, carta e legno ad esempio)?



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