Auguri di Natale con la Bibbia in dialetto di don Franco Lupo

Una poesia in dialetto, una riflessione, un augurio di Natale regalatoci da Don Franco Lupo. Poeta leccese, suggerisce di trascorrere una festa all’insegna dei buoni sentimenti. Rigorosamente in vernacolo salentino.

Per Natale avevamo chiesto al grande poeta leccese Franco Lupo, sacerdote e poeta dialettale scomparso all’età di 94 anni, di suggerirci una riflessione e un augurio per una festa all’insegna dei buoni sentimenti. E lui, amato e conosciuto da tutti per il suo capolavoro in vernacolo “Gente Bbona”, ci aveva risposto così:

Sta rria’ te la muntagna nnu pastore,
zzeppu… cullu bastone e cu nnu cane…
ha bbistu de luntanu ddu spiandore…
porta ddo recotteddhe cu lu pane.

Annanzi la Matonna se scenucchia,
ma nu sse fita sse mantegna sulu,
annanzi allu Mmamminu ole sse cucchia,
ma l’anca è tosta… comun nu pesùlu

Se sporza, ma ncicate su lla chianca…
E la Matonna ..lesta.. ndelu tira,
la facce pe lu dulore tene janca,
e uarda lu vagnone ca respira…

lu mamminieddhu rite e lu pastore,
se ausa rittu, senza cchiui dulore.

Traduzione

Sta arrivando dalla montagna un pastore,
zoppo, col bastone ed un cane,
ha visto da lontano quello splendore,
porta due ricottine con il pane.
Davanti alla Madonna si inginocchia,
ma non ce la fa a mantenersi da solo,
vicino al Bambino si vuole portare,
ma la gamba è dura come un blocco di pietra.
Si sforza, ma cade a terra.
E la Madonna, pronta, lo aiuta a rialzarsi,
la faccia è bianca dal dolore,
mentre guarda il Bambino che respira.

Gesù Bambino ride e il pastore
Si alza in piedi, senza più dolore.

Oggi più che mai, grazie al poeta e sacerdote leccese Franco Lupo, straordinario interprete della cultura salentina degli anni ’60 e ’70 e collaboratore di Mons. Cosmo Francesco Ruppi.



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