Aggiornamento tariffe delle Rsa, il sindacato attacca Palese: ‘Per aiutare le aziende si penalizzano lavoratori e pazienti’

La Fp Cgil Lecce promette battaglia contro la proposta di delibera dell’Assessore regionale alla Sanità Rocco Palese: ‘Un doppio favore alle imprese ed un premio per i Ccnl peggiorativi’

La proposta di aggiornamento delle tariffe per l’assistenza socio sanitaria presentata dall’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Rocco Palese, non piace ai sindacati. La Funzione Pubblica della Cgil non perde l’occasione per bollarla come ‘un grande favore alle aziende del sistema sanitario regionale e un pugno alla contrattazione collettiva’.

A detta, infatti, del Segretario Generale Fp Cgil Lecce, Floriano Polimeno, con l’aggiornamento delle tariffe, gli unici a pagare la ricaduta del costo della pandemia e della crisi energetica che hanno falcidiato anche le aziende del settore, sarebbero esclusivamente i lavoratori. E ciò perchè le aziende otterrebbero un aumento delle tariffe giornaliere e il via libera all’applicazione di contratti peggiorativi per abbattere il costo del lavoro. Il tutto mentre a perderci sarebbero lavoratori e i pazienti, con questi ultimi che si ritroverebbero di fronte operatori meno motivati, incentivati e gratificati.

‘La proposta di Palese – dice Polimeno – prende infatti in considerazione la media del costo del lavoro dei vari contratti nazionali applicati, anche di quelli che applicano accordi peggiorativi per i lavoratori, sia dal punto di vista normativo (meno ferie, meno permessi, nessun premio di produzione, quattordicesima che se è prevista è spalmata su 13 mensilità) e non sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative aderenti a Cgil, Cisl e Uil‘.

Parole dure quelle nei confronti della Regiuone Puglia che, a detta di Fp Cgil, punterebbe esclusivamente a depotenziare il contratto sottoscritto dalle sigle aderenti a Cgil, Cisl e Uil con l’Aiop, associazione italiana ospedalità privata, l’unico accordo capace di garantire davvero il personale dal punto di vista salariale e normativo.

‘L’aggiornamento delle tariffe regionali – prosegue Polimeno – riguarda l’assistenza socio-sanitaria in favore di soggetti non autosufficienti (tra il 20 ed il 25%), disabili (tra il 15 ed il 20%), persone con disturbi mentali (tra il 10 e il 15%), persone affette da dipendenze patologiche (circa il 20%), persone con disturbi dello spettro autistico (circa il 30%). Si tratta di aumenti risibili, scollegati dal reale costo del lavoro e insufficienti a fronteggiare la crisi. È del tutto infondato il presupposto filosofico alla base della proposta: aiutiamo le aziende, tagliando il costo del lavoro. Tutto ciò scaturisce, oltre che dalla mancanza di una legge sulla rappresentanza che da anni chiediamo al Parlamento, anche dal mancato coinvolgimento nella fase di preparazione ed elaborazione della proposta delle organizzazioni datoriali e sindacali’.



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