Attivata base di droni dei Carabinieri Forestali per il contrasto agli incendi boschivi

Si trova presso il Nucleo di Maglie, equidistante dal litorale jonico e da quello adriatico, dove si registrano ogni anno, i roghi più devastanti

Da oggi 17 giugno presso il Nucleo Carabinieri Forestale di Maglie, quindi in posizione baricentrica per tutto il Salento, è stata attivata la base per il nuovo drone in dotazione ai Forestali.

L’iniziativa della sorveglianza aerea teleguidata, intrapresa su tutta la Puglia dal Comando Regione Carabinieri Forestale, dopo questa prima assegnazione di un velivolo per ogni provincia, prevede un progressivo incremento della flotta, con distribuzione più capillare sul territorio.

Maglie rappresenta il “cuore” del Salento, pressoché equidistante dal litorale jonico e da quello adriatico, dove si registrano, purtroppo ogni anno, gli incendi boschivi più devastanti e pericolosi, attesa l’ intensa frequentazione turistica stagionale delle numerose marine.

Il contrasto agli incendi boschivi può quindi ora avvalersi di questo nuovo supporto tecnologico, che va a completare, a corto-medio raggio, l’ azione a vasta scala effettuata dagli elicotteri del 6° Nucleo Carabinieri di Bari-Palese.

Il drone appena acquisito, affidato a Militari appositamente addestrati ed abilitati all’utilizzo, può operare per tempi prolungati a temperature fino a 50°C e ad altezze fino a 4000 metri, è dotato di ottiche di precisione, con notevole stabilità, anche in presenza di vento sostenuto.

Nel periodo estivo, appena iniziato, l’ utilizzo dell’apparecchio è stato già pianificato per la sorveglianza delle zone più esposte agli incendi boschivi e di interfaccia, con priorità per le zone a maggior criticità: aree verdi a pinete e “macchia” mediterranea lungo le coste adriatica e jonica.

Intanto, le prime ricognizioni sono state disposte per supportare le indagini dei Carabinieri Forestali del Nucleo di Lecce sull’ incendio che ha investito l’area di Torre Chianca e Paludi di Rauccio fra sabato e domenica scorsi, interessando, oltre all’ abitato, anche parte del Parco Regionale.

L’ intervento del Canadair ha certamente frenato la propagazione del rogo, molto rapida nell’ attraversamento del canneto e favorita da un vento di tramontana sostenuto. L’ origine, comunque, sembra quasi con certezza localizzata in terreni incolti retrostanti; l’ ipotesi sulla dinamica è quella, solita, della “pulizia” dall’ erba secca con il fuoco. Tutta la zona è stata già interessata, periodicamente e quasi ogni anno, da incendi analoghi.

I Carabinieri Forestali stanno profondendo il massimo sforzo per giungere all’individuazione dei responsabili, così come per l’ ultimo focolaio, a San Cataldo, nelle ore meridiane di ieri (2000 metri quadri bruciati). Negli ultimi anni, per la specifica area del litorale leccese, i Forestali del Nucleo del capoluogo hanno deferito alla Procura della Repubblica complessivamente sette persone per altrettanti fatti-reato di incendio boschivo.