Il biodistretto, opportunità e rivoluzione culturale. Parola di Cosimo Durante

Dopo la presentazione dell’iniziativa nei giorni scorsi abbiamo incontrato il presidente del GAL Terra d’Arneo che spiega il valore di un progetto innovativo

Cosimo Durante è da oltre 10 anni presidente del GAL Terra d’Arneo, protagonista di decine di iniziative e programmi di sviluppo a lui abbiamo chiesto il perché di questa scelta bio.

“Abbiamo pensato come GAL TERRA D’ARNEO, insieme ad un Gruppo di promotori, di lanciare una nuova ed innovativa iniziativa che serva a rafforzare ancora di più una idea di sviluppo, un modovdiverso di cogliere nuove opportunità con un approccio volto innanzitutto alla sostenibilità ambientale e che veda il coinvolgimento di “ operatori consapevoli” motivati  a realizzare nuove ed entusiasmanti esperienze orientate verso il valore  della biodiversità”.

Che significa produzioni di qualità sul modello del bio-distretto?

“Significa sforzarsi di far emergere attraverso la governance  dal basso, che vede quindi  il coinvolgimento dei tanti portatori di interesse (Operatori, Enti pubblici, Associazioni locali  di diversa natura , ecc. ), una sorta di laboratorio sociale che veda nel Biodistretto quella funzione strategica di sostegno alle pratiche agricole per avere  la possibilità di creare, come sostenuto dall’amico Fausto Faggioli,  una vera e propria rete di operatori economici impegnati nelle filiere corte biologiche (produzione, allevamenti, trasformazione e commercializzazione ma anche, fattorie didattiche ed agrituristiche, operatori della ricettività e della ristorazione, artigiani, commercianti, balneari, ecc) allo scopo di valorizzare tale sistema come comunità aggregante ed ospitale. In questo senso è stata fondamentale l’adesione ad INNER, rete internazionale, ed anche il confronto con due modelli molto importanti il Cilento ed Altamura. Il prossimo ed imminente passo , di concerto con il presidente di INNER , iniziare a confrontarsi sulle linee guida e sulla redazione di un efficace Piano di Sviluppo”.

Il territorio è pronto?

“Il modello del BIO-Distretto al quale guardiamo si dovrà caratterizzare come un circuito economico agricolo locale sostenibile e che dovrà essere il frutto di una vasta collaborazione e cooperazione  tra produttori agricoli, imprenditori, istituzioni pubbliche e private, Università,  associazioni di promozione sociale e culturali, parchi, aree marine imprese ecc,  tutti uniti nel condividere un Codice Etico ed  un  progetto comune di valorizzazione  del territorio. La sensibilità è diffusa ormai, bisogna procedere.

Una sfida che sa di svolta culturale…

Si tratta di una “Visione” che per noi diventa “Missione”: certo, è anche una sfida di tipo culturale, alla quale non intendiamo sottrarci!”