Le case a corte, un nostalgico ricordo nella filastrocca di Miriam Perrone

Nelle vecchie case a corte si possono ascoltare ancora le voci delle famiglie che vivevano in quello spazio semplice ed essenziale. La filastrocca di Miriam Perrone

Passeggiando nei comuni del Salento non è raro imbattersi in una vecchia casa a corte e rimanere incantati di fronte alla loro bellezza architettonica che evoca storie e racconti. Quelle mura, oggi riscoperte e recuperate, sono un viaggio nell’immaginazione che ripercorre quello che accadeva in questi luoghi, dove un tempo si svolgeva la vita familiare.

La ‘Curte’ è un piccolo mondo in miniatura, dove non mancava nulla: c’era il pozzo, la pila per il bucato, la stalla e, in quelle più grandi, anche un forno e un piccolo mulino.  In questo spazio intimo, dove vivevano più famiglie, la sera si respirava aria di magia, quando ci si incontrava dopo una giornata di duro lavoro. I bambini ascoltavano le storie dei ‘grandi’. Storie che si sono tramandate, di padre in figlio, arrivando intatte, con lo stesso fascino, fino ai giorni nostri.

La curte, quante uci ca ccuia,
a tutte le ure, ti la sira a menzatia…
Era tutta ne famia…
Ci te mancava lu sale,
sapivi già ca ncera ci ti lu putia tare.
La sira t’estate, tanti culacchi de la ucca ti le chiu becchie,
e bitivi li piccicchi comu mpizzavane le recchie!

Traduzione
La corte, quante voci che raccoglieva,
a tutte le ore, dalla sera al mezzogiorno.
Era tutta una famiglia.
Se ti mancava il sale
sapevi già che c’era qualcuno che te lo poteva dare.
La sera d’estate, tante le storie che raccontavano le donne più anziane
e vedevi i bambini drizzare le orecchie.



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