
Gli scavi di Castro svelano un altro prezioso reperto: la porzione inferiore di una statua di culto, trovata nelle ‘rovine’ della cortina muraria della città antica, in località Capanne. Si tratta – fa sapere il Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, arch. Francesca Riccio – probabilmente della parte inferiore del busto della statua di Atena, scoperta nel 2015.
Era dagiato all’interno della cosiddetta “colmata messapica”, cioè un esteso spazio in cui le strutture di epoca romana avevano inglobato quelle del periodo precedente (IV sec. a.C.) e che era stato riempito con un corposo scarico di terreno contenente pietre, blocchi e altri materiali provenienti in gran parte dal santuario di Atena.
Anche le modalità di seppellimento non sembrano differenti: come anche per gli elementi di pertinenza del tempio e per gli altri frammenti di sculture, non si tratta di un semplice reimpiego, ma di una deposizione intenzionale, volta a occultare ritualmente i resti del luogo di culto.
I dati ricavati nel corso di questi anni di ricerche hanno consentito di datare questa operazione entro la prima metà del II a.C.
Gli scavi, da diversi anni in concessione ministeriale al Comune di Castro, sono diretti dal prof. D’Andria, docente emerito dell’Università del Salento e Accademico dei Lincei e seguiti per la Soprintendenza dall’archeologa Serena Strafella.