La vicenda è sempre la stessa e si ripete un po’ ovunque in Italia, senza troppe distinzioni tra Nord e Sud: si stanziano fondi per il finanziamento di progetti più o meno ambiziosi, si iniziano in ritardo i lavori, quando le contingenze sono propizie si portano a termine e poi li si lascia invecchiare precocemente, senza che abbiano espresso il potenziale emerso, un potenziale che si esaurisce nella sola programmazione iniziale.
A cambiare è soltanto la cornice architettonica e stavolta parliamo del Centro diurno per Anziani sito in via avv. A. Longo nel comune di Collepasso.
I fatti
Nel lontano 2011, l’amministrazione comunale aveva recepito ‘lo slancio’ della Regione Puglia, intenzionata a favorire la realizzazione su tutto il territorio di strutture socio-assistenziali in ottemperanza ai programmi di dotazione di infrastrutture sociali previsti nel PO FESR 2007-2013.
Con queste intenzioni la Giunta del tempo, nella sala delle adunanze del Palazzo Municipale, emanò la delibera 128 del 28/07/2011 che prevedeva l’opera di ristrutturazione dell’asilo nido di via Longo e la formazione di un Centro diurno per anziani, funzionale alle esigenze del Comune.
Il progetto esecutivo ha visto lo stanziamento di 600mila euro, di cui 558 mila erogati dalla Regione grazie ai Fondi Comunitari destinati ai programmi regionali di infrastrutturazione sociale e i restanti 42 mila di cofinanziamento comunale. I lavori sono stati ultimati nel dicembre 2012, con discreto ritardo rispetto a ben più rosee previsioni di conclusione.
Le critiche di un gruppo di cittadini
Giunge nella redazione di leccenews24.it un vero e proprio book fotografico tutto da vedere: quel Centro Diurno non è mai partito. Perché, si domandano i cittadini?
‘Il ritardo clamoroso a cui assistiamo – ci scrivono – è più che consistente se si considera l’arco temporale che va dal dicembre 2012 al giugno 2019, visto che ad oggi lo stabile reca ancora i sigilli e le imposte chiuse, come un pacco regalo che attende d’essere scartato’
‘Eppure – continuano – dal giorno della conclusione dei lavori si sono susseguite le interrogazioni nei confronti del sindaco Paolo Menozzi, tuttora in carica, del compianto assessore Totò Negro e del Presidente Michele Emiliano, in aggiunta alle dichiarazioni del primo cittadino che nel tardo 2012 affermava che “al 16.12.2012 lo stato di avanzamento dei lavori risultava pari al 98,84%”.
Lo stesso sindaco nel 2015 sosteneva che “manca l’ultimo atto, quello dell’omologazione, che dovrà essere presentato dall’ufficio tecnico, ma sarà fatto entro il 31 dicembre poiché la struttura, da centro diurno per anziani, diventerà un centro diurno per diversamente abili“.
“Sempre lui nel marzo 2019 indiceva il bando di concessione dell’immobile, esecutivo della delibera 239 del 20.12.2018 spinta anche dall’ultimatum del presidente Emiliano, che con una nota del novembre 2018 aveva minacciato la revoca dei finanziamenti. Un passo avanti e due indietro, visto che il bando andava deserto”.
“Mentre si alternano le dichiarazioni agli esperimenti di affidare lo stabile in concessione a terzi – conclude il gruppo di cittadini di Collepasso – sulle pareti dell’edificio appaiono crepe e smottamenti, intonaci ammalorati ed evidenti segni di deterioramento, a ricordare di come il tempo invecchi in fretta, soprattutto in un paese dall’alto tasso d’anzianità, ancora di più in un Centro diurno per anziani, futuro o futuribile che sia”.
Le parole del Sindaco di Collepasso
Paolo Menozzi a passare per responsabile dei ritardi proprio non ci sta e raggiunto telefonicamente con grande disponibilità elenca tutte le azioni svolte dalla sua amministrazione per dare un futuro a quell’immobile. Per dovere di cronaca, le riportiamo nel dettaglio:
‘Tengo a precisare che il progetto in questione è un progetto dell’Ambito di Casarano. Nessuno più di me e della mia Amministrazione vorrebbe poter consegnare alla città quella struttura, ma la vicenda è più complessa di quel che sembra e ogni semplificazione è soltanto frutto di strumentalizzazione della realtà. La verità dei fatti è che la gestione di quel centro è antieconomica e pertanto bisogna porre rimedio alla questione se veramente la si vuole risolvere. Noi abbiamo ereditato il progetto dalla scorsa amministrazione e nel rispetto delle procedure abbiamo provato a trovare chi la gestisse non potendosi il Comune accollare, come è evidente, la gestione diretta”.
“Tenete presente che gli anziani hanno già un centro dove si ritrovano nel cuore della città e non avvertono certo il bisogno di spostarsi in periferia. Perciò cosa abbiamo pensato? Abbiamo pensato di effettuare una variante di destinazione d’uso per renderlo più appetibile ad eventuali gestori. Abbiamo immaginato di farne un centro per disabili e sia il Consiglio Comunale che la Regione Puglia hanno dato l’ok. Quindi abbiamo emanato il bando per la gestione quinquennale, ma quel bando è andato deserto, perché le associazioni e le cooperative sociali lo ritengono antieconomico, ritengono in sostanza di non guadagnarci nemmeno le somme per chiudere in pari”.
“Allora cosa abbiamo fatto? Abbiamo abbassato il canone d’affitto richiesto, abbiamo fatto perfino la messa in esercizio a nostre spese e adesso stiamo per predisporre un secondo bando, nella speranza che almeno questo non vada deserto. Insomma, noi abbiamo fatto e stiamo facendo tutto ciò che si può e si deve fare. Ma chi critica e sa scattare soltanto fotografie, che cosa sta facendo per Collepasso?”
Vabbè, al netto di qualche fisiologica polemica, è possibile immaginare che forse siamo al punto di svolta?
