La vicenda degli estimi catastali dopo la sentenza del Consiglio di Stato, parla il Codacons

Nella conferenza stampa di questa mattina, Leonardo Leo, Luisa Capentieri, Piero Mongelli e Daniele Imbò hanno commentato la sentenza.

“La battaglia è finita ma ha ancora qualche strascico che deve essere ridefinito”. È quanto dichiara Piero Mongelli nella conferenza stampa di questa mattina presso la sede del Codacons di Lecce in via Braccio Martello. A mettere fine alla vicenda degli estimi era stato il Consiglio di Stato con una sentenza che lascia spiazzate le associazioni di difesa dei consumatori “dichiarando inammissibile il ricorso presentato”. Serve fare il punto della situazione “dopo false illazioni e velate allusioni”, sostengono.

“Rispettiamo la sentenza del Consiglio di Stato – prosegue – ma non condividiamo, perché è una decisione che possiamo definire una decisione politica, come è politica la decisione della corte di cassazione che sui ricorsi in commissione tributaria, pur avendo vinto in tutti i gradi, ha deciso di compensare le spese. Non c’è, quindi, neanche la possibilità di restituire quei soldi ai cittadini”. Un prezzo che era stato fissato, tutti d’accordo, a 300 euro per coprire solo i costi di gestione.

Una decisione quella del consiglio di stato che non convince e che “fa specie”, come dichiara Leonardo Leo. “Fa specie che il Consiglio di stato abbia ritenuto che l’atto che andava impugnato fosse quello del 29 novembre 2010, a differenza del Tar che aveva detto che quel provvedimento andava impugnato insieme agli avvisi di accertamento”.

L’errore sarebbe legato all’assenza di lesività dell’atto del novembre 2010, sostengono, che da solo non giustifica alcuna azione. “Basta leggere l’atto – continua Leo – per rendersi conto che non c’era nulla da impugnare, perché è un atto di attivazione il quale si conclude con il procedimento di revisione catastale, che di per sé non implica la lesività. Quindi, aveva fatto bene il Tar a dire che la lesività era solo potenziale e diventava manifesta nel momento in cui veniva notificato il singolo avviso di accertamento catastale. Se il singolo avviso di accertamento catastale fosse stata una mera riproduzione dell’atto del 2010, non ci sarebbe stato motivo per annullarli come dice il Consiglio di Stato”.

“Di solito si dice che la giustizia è lenta – aggiunge Luisa Capentieri. C’è da dire che, in questo caso, la giustizia non è stata per niente lenta. Perché dal 2013 ad oggi sono intervenute 4 giurisdizioni con tre giudizi in grado. La giustizia è stata veloce, ad essere lenta è stata l’amministrazione. Gli avvisi di accertamento sono illegittimi per carenza di motivazione. L’agenzia dovrebbe provvedere, in via di autotutela, ad annullare tutti gli atti di riclassamento che sono intervenuti dal 2012 ad oggi relativamente all’azione avviata dal Comune”.

Daccordo anche Daniele Imbò di Adusbef che parla anche di “disparità di trattamento tra chi ha opposto gli atti dinnanzi ai Consigli Tributari e chi invece attendeva la sentenza amministrativa. Abbiamo sempre battezzato un’unica via, l’impugnazione dinnanzi alla Commissione Tributaria, mai prospettata come una soluzione immediatamente realizzabile. La percezione della lesività non avveniva il 29 novembre del 2010, ma con la notifica dell’atto di accertamento. Auspico che anche la Pubblica Amministrazione faccia da tramite invitando l’Agenzia ad una riparametrazione di questa disparità, possibilmente al ribasso”.

“L’unica cosa possiamo fare oggi – conclude Mongelli- come associazione di difesa dei consumatori, ed è la cosa che stiamo facendo, è chiedere alla Agenzia del Territorio di Lecce, in modo formale, di annullare in via di autotutela tutti gli avvisi di accertamenti emessi per la città di Lecce perché è evidente a tutti, lo dice la Cassazione, che quegli avvisi di accertamento, indipendentemente dalla illegittimità degli atti amministrativi che ne hanno determinato l’iter, comunque, sono illegittimi, quantomeno per carenza di motivazione.”

“Poiché io mi aspetto – sottolinea – che lo Stato sia, prima di tutto dalla parte del cittadino, nel momento in cui un’agenzia importante come l’Agenzia del Territorio commette un errore di questo tipo, cioè emette degli atti che sono illegittimi per carenza di motivazione, l’amministrazione proceda, per un discorso di equità, ad annullare tutto quanto in via di autotutela. Lo farà? Non lo so, noi formalizzeremo una richiesta di questa via ed è l’unica strada percorribile. Non ci sono strade alternative”.



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