Concessioni, i consiglieri di Fratelli d’Italia difendono i balneari “Salvemini contro legge”

Il Gruppo consiliare di Fratelli di Italia Lecce ha deciso di schierarsi accanto ai balneari: “Accanimento ingiustificato contro le imprese del settore”.

«La proroga fino al 2033 deve essere concessa. Questo dice il Parlamento italiano, questo dice la legge». Il Gruppo consiliare di Fratelli di Italia ha deciso di schierarsi accanto ai balneari, dopo la delibera di indirizzo – la numero 342/20 del 11.11.20 – con la quale il governo guidato da Carlo Salvemini ha concesso una proroga “tecnica” di tre anni delle concessioni demaniali marittime in scadenza al 31 dicembre. Una soluzione concreta a quello che viene considerato un ‘garbuglio giuridico’, una «exit strategy» come l’aveva definita il primo cittadino per dare certezze immediate ai balneari e garantire, al contempo, una corretta gestione del demanio al Comune.

«Va contro una legge dello Stato, la 145/18, che sancisce in maniera inequivocabile come i termini per le concessioni slittino al 2033» tuonano in una nota Roberto Giordano Anguilla e Andrea Guido secondo cui «l’atto in oggetto tratta una materia che non è di competenza dell’esecutivo locale bensì statale».

Bari, Brindisi e Taranto si sono adeguate e la Regione ha diffidato i comuni ancora inadempienti a uniformarsi alle normative vigenti.

«Come non bastasse – continuano Anguilla e Guido – il 27/11/2020 il Tar di Lecce ha sentenziato che i dirigenti devono attenersi alla legge nazionale e spetta al giudice, e a nessun altro, ogni valutazione circa la compatibilità o meno delle norme nazionali con il diritto dell’Unione Europea». Il riferimento è alla sentenza che ha annullato il provvedimento con il quale un dirigente comunale aveva revocato in autotutela la proroga di una concessione demaniale fino al 2033. Proroga che aveva concesso in applicazione dell’art. 1 comma 682 della legge n. 145/2018.

«Il Sindaco Salvemini – continua la nota – ha disapplicato arbitrariamente la normativa nazionale e in assenza di qualsiasi competenza in materia, esclusiva dello Stato, sostituendosi di fatto al Parlamento (caso più unico che raro nella storia delle Amministrazioni locali), ha inteso dare un periodo transitorio di 3 anni, non contemplato da alcuna disposizione legislativa, oltretutto con condizioni inaccettabili a carico dei concessionari come ad esempio il monitoraggio dell’area demaniale, anche non in concessione (altra scelta fuori dagli schemi perché tale attività, come stabilito dalla Regione, deve essere espletata esclusivamente dai comuni)».

«Una forma di ostinazione quasi incomprensibile che mira solo a condizionare pesantemente imprese sane del nostro territorio» concludono dal Gruppo consiliare Fratelli d’Italia Lecce.



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