Contagi a scuola, “chiudete tutto”. Ma Emiliano: “tocca a Roma, ma sono impegnati a spartire poltrone”

La signora Adele ha scritto preoccupata al Presidente della Regione, lamentando la mancanza di azioni incisive. Ma la risposta non si è fatta attendere.

“Non possiamo chiudere noi Regioni le scuole e tutto il resto, lo deve fare il governo”. È così che ha esordito il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in risposta al messaggio di una signora, una donna incinta, molto preoccupata per l’andamento dei contagi e per i “rischi” che si corrono con le scuole aperte. Spetta all’Esecutivo, infatti, la decisione di aprire o chiudere le scuole, come tutte le altre attività.

Adele, questo il nome di fantasia della donna incinta che ha scritto a Michele Emiliano, soffre di asma bronchiale, si è “sfogata” con il Presidente, invocando più fatti. A spingerla a lamentarsi è un episodio che la riguarda direttamente: infatti, uno dei focolai scoppiati a scuola ha interessato anche i genitori di un collega di suo marito, rischiando di contagiare la donna già sofferente di asma.

“Il risultato della timidezza del governo – ha proseguito Emiliano – con il fenomeno del contagio scolastico e del depotenziameto dei poteri delle Regioni potrebbe essere l’accelerazione della variante inglese e della terza ondata. Non possiamo fare altro che concentrarci sugli ospedali perché la terza devastante ondata sta per cominciare”.

E non ha risparmiato le critiche per l’atteggiamento del governo. “Anche se a Roma sono impegnati solo a tenersi poltrone e a gestire i soldi del recovery fund la pandemia esiste e continua ad uccidere centinaia di persone al giorno. E intanto al sud, Puglia e Campania su tutte, si mandano meno vaccini che in altre regioni del nord e del centro che avendo il doppio degli ospedali e degli addetti alla sanità se ne prendono molte di più di noi. Cornuti e mazziati al sud”.

Buone notizie, almeno sembra, sul fronte vaccino: “Gli ultraottantenni della provincia di Bari allettati e con assistenza domiciliare – per i quali la asl di Bari ha erroneamente comunicato date di vaccinazione – verranno vaccinati dai medici di famiglia con i quali oggi abbiamo finalmente trovato un accordo. Poi cominceremo con le persone fragili per malattia e completeremo le forze dell’ordine, la protezione civile e i servizi pubblici essenziali che prevedono la necessità della presenza fisica esposta al pubblico. E poi tutti gli altri per fasce di età”.

Ma il problema resta: non ci sono abbastanza vaccini e, dunque, ogni piano lascia il tempo che trova.



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