Nessuna cartella di pagamento per i contributi consortili emessa per l’anno 2016. Rinvii a data da destinarsi, invece, per gli anni 2017 e 2018. È quanto appreso da Agrinsieme Puglia, il coordinamento che raccoglie le federazioni regionali di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari che, oggi, vanta una grande soddisfazione. Ad accogliere le loro istanze è stato il commissario unico dei Consorzi di bonifica Alfredo Borzillo, seppur “con modalità discutibili”, fanno sapere.
Gli associati dei consorzi di Bonifica di Terre d’Apulia, Ugento Li Foggi e Arneo non dovranno, quindi, preoccuparsi dell’anno 2016, che non vedrà alcuna emissione di pagamento.
“Finalmente un risultato concreto che porta una boccata di ossigeno agli agricoltori pugliesi. Agrinsieme, infatti, aveva rappresentato al commissario e all’assessore regionale all’agricoltura Leonardo Di Gioia le difficoltà di un intero comparto, a causa di una serie di problematiche che affliggono gli agricoltori della Regione”, dichiara Agrinsieme Puglia.
“La Xylella, le gelate e le congiunture dei mercati che producono effetti devastanti in danno alle aziende sono difficoltà che in aggiunta ai balzelli dei contributi dei consorzi di bonifica avrebbero provocato una ‘tempesta perfetta’. Da sempre Agrinsieme aveva chiesto al Commissario di non richiedere i pagamenti dei contributi consortili, in quanto nei territori in cui insistono le aziende agricole non sono state realizzate alcun tipo di opere. A questo fatto vanno poi aggiunti gli effetti della dispersione elevatissima della rete attribuibile anch’essa alla mancata manutenzione ordinaria e straordinaria di impianti vetusti e datati. Per tali ragioni la richiesta di pagare un contributo appariva pretestuosa oltre che illegittima”.
Non è tutto. Sarebbe necessaria una rivisitazione dei piani di classificazione che facciano “un distinguo fra le aziende agricole, le aree demaniali e le aree dei privati e quelle di competenza dei comuni. Stiamo parlando – concludono – di opere pubbliche a salvaguardia della tutela ambientale che necessariamente devono essere a carico del ‘proprietario’, nel caso di specie la Regione Puglia, e non certo a carico delle aziende agricole, già vessate e al collasso”.
