Non solo vino. Come e perché diventare sommelier dellʼolio

I corsi organizzati da FIS partiranno a Lecce il prossimo 5 febbraio. Fare un olio extravergine di qualità non basta, bisogna essere in grado di saperlo comunicare.

Il convegno “Conoscere e riconoscere lʼolio evo di qualità” tenutosi ieri presso lʼhotel President è una delle tappe del Giro dʼItalia in Evo. La Federazione Italiana Sommelier nel Salento ha scelto Lecce, perché provincia che vive maggiormente un momento difficile nella produzione dellʼolio.

A presentare la serata Giuseppe Cupertino, Presidente regionale Federazione Sommelier Puglia: “Un evento particolare, unico, oggi il mondo dellʼolio extravergine dʼoliva ha lʼimportante valore di chi deve comunicarlo in maniera tecnica ed autorevole. La figura del Sommelier dellʼolio è una figura esclusivamente italiana ed è richiesta in tutto il mondo. Solo in Puglia, prima regione produttrice di olio di qualità, abbiamo già creato 160 Sommelier”. 

Il sistema olivicolo deve ripartire, occorre ridisegnare la potenzialità produttiva. Lo pensa Gianni Cantele, secondo ospite della serata, che da Presidente Coldiretti Lecce e da produttore agricolo, sente la necessità di dire a tutti di ricominciare con positività per riportare il territorio ad alti livelli: “Solo con le nostre forze possiamo fare unʼinversione di marcia nel settore vitivinicolo, non dobbiamo vendere allʼestero i nostri impianti produttivi”. È ammirevole il coraggio e la forza di imprenditori che nonostante tutto, nonostante lo stallo dei 300 milioni stanziati per la ricostruzione del Salento, non si danno per vinti e soprattutto non vogliono una diversificazione della produzione.

Successivamente si è discusso dellʼolio nostrano come fondamentale prodotto turistico con Donato Taurino, primo produttore leccese che ha sposato la sommellerie dellʼolio e rappresentante del Movimento Turismo dellʼOlio: “Lʼ 80% dei turisti in Puglia fa unʼesperienza di enogastronomia. La Puglia è una tra le tre prime regioni che accoglie turisti per il vino e per lʼolio, anche se ancora dobbiamo attrezzarci bene per essere pronti ad accoglierli. Dobbiamo fare qualità e comunicare qualità.

Saper descrivere lʼetichetta del proprio olio, le sue proprietà, sapere quali sono gli abbinamenti giusti, gli aspetti salutistici, ci aiuta a rispondere alle domande dei consumatori e inevitabilmente a saperli guidare nellʼacquisto di un olio di qualità”.

Sulle proprietà nutrizionali ha preso la parola il dottor Damiano Cosimo Guarini, agronomo e scrittore del libro “Lovolio”, convinto sostenitore degli effetti positivi dellʼolio sulla salute e nel mondo dello sport. “Si tratta di un mondo imprenditoriale non ancora scoperto, grazie alla vitamina E e agli antiossidanti, un olio di qualità è certamente un alimento nutraceutico che in medicina ha dimostrato essere un supporto positivo nel processo delle malattie neurovegetative.” Damiano, infatti, fa parte di “Olivhealth” una startup innovativa nel mondo del commercio elettronico di prodotti ad alto valore salutistico in campo agroalimentare.

Ma qual è il futuro dellʼolio in Salento? A rispondere, Gabriele Pagliardini, direttore Agea ed ospite dʼeccezione: “Si deve spingere il livello culturale della conoscenza dellʼolio. A casa mia siamo in 6, in 2 beviamo vino, ma tutti usiamo lʼolio. La contaminazione con il vino va bene, è un prodotto più affascinante dellʼolio, ma non tutti bevono vino. Lʼolio lo usiamo tutti i giorni ma in pochissimi sanno riconoscerlo”.

A concludere e a guidare la degustazione di 4 oli differenti, Nicola di Noia, responsabile degli assaggiatori Coldiretti Italia, spiegando ai partecipanti meno esperti che è attraverso olfatto e gusto che si riconosce un olio buono da un olio scadente, non con la vista, perché il colore non ne è un sinonimo di qualità. Ha invitato i produttori presenti a non usare solo il loro olio, ma a sperimentarne altri in modo

da capire i limiti del proprio e abbinarlo in modo giusto per esaltare i sapori come si fa per il vino. Lo stesso discorso vale per lʼolio. Con gli oli piccanti (la piccantezza è data dai polifenoli) si possono insaporire bruschette, zuppe di legumi, piatti a base di carne, sughi al pomodoro; con gli oli dolci invece si sposano bene le carni bianche e i crostacei; con oli dalle sensazioni vegetali si affiancano le bruschette, le insalate, zuppe di cereali e pesce arrosto.

In Italia più del 52% della produzione dellʼolio è Made in Puglia, i macchinari moderni per i frantoi sono fatti in Italia. Non ci manca nulla per diffondere la cultura dellʼolio italiano di qualità, dovremmo solo crederci di più.



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