A letto con una favola inventata dai compagni di scuola. Con ‘La Lanterna di Ramadan’, Paolo ha salutato i suoi amici musulmani

“Anche se non siamo in classe, continuiamo a imparare”. Con questo slogan le insegnanti dell’Istituto Comprensivo “San Giuseppe da Copertino” hanno lanciato numerose attività didattiche

Sono passati quasi due mesi da quando il nostro Paese si è dovuto fermare a causa dell’emergenza sanitaria in corso, un periodo in cui le nostre abitudini e le nostre consuetudini si sono trasformate. Tra i cambiamenti più visibili c’è sicuramente quello che ha riguardato il mondo della scuola, dove strumenti specifici finalizzati alla didattica a distanza stanno dando l’opportunità a insegnanti ed alunni di non bloccare il programma educativo, oltre che essere un modo per far superare questa brutta situazione, creando normalità anche se solo virtuale.

Anche se non siamo in classe, continuiamo a imparare”. Con questo slogan le insegnanti dell’Istituto Comprensivo “San Giuseppe da Copertino”, diretto dalla dirigente Eleonora Giuri, hanno lanciato numerose attività didattiche per continuare a formare i bambini delle scuole elementari e per mantenere vivi i contatti tra di loro.

Tra le varie attività, la classe 3a A, guidata sapientemente dalle maestre Carmen Leo e Anna Maria Elia, ha voluto proporre un gioco tra i diciotto alunni: ognuno di loro, ispirandosi a un tema d’attualità, ha raccontato una favola o una storia ogni sera a tutta la classe, nominando un altro compagno per la sera successiva.

Una delle ultime storie raccontate, che ha colpito molto le insegnanti, è quella di Paolo Valentino, ometto di nove anni che guardando il suo calendario scout ha visto che il 23 aprile è iniziato il Ramadan, il nono mese del calendario musulmano, con radici antiche e rituali molto specifici, e ha voluto raccontare una favola dal titolo “La Lanterna di Ramadan” (video). Per gli islamici, le lanterne colorate sono uno dei più importanti simboli in questo mese sacro, in grado di colorare le notti benedette, donando sorrisi ai più piccoli.

Il piccolo Paolo, ispirato dai suoi principi scout, ha voluto dare così un segno d’amore fraterno per superare le differenze di classe e di religione che ancora vivono nel nostro Paese, anche in un tempo dove la solidarietà tra i popoli dovrebbe essere uno dei principi fondamentali che regolano l’esistenza umana.



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