Ogni mattina disegna una ‘card’ e la invia ai suoi studenti. I messaggi di speranza di una prof salentina

Una professoressa di tecnologia di Copertino, ogni mattina, disegna delle card per i suoi studenti. Un messaggio di vicinanza e speranza in questi giorni difficili

Era tornata a casa, nel suo Salento, per le vacanze di Carnevale. Giorni in cui il Coronavirus sembrava solo un ‘problema’ dell’orientale Cina, giorni in cui nessuno avrebbe mai immaginato che il nemico invisibile che aveva isolato la città di Wuhan avrebbe bussato alla porta dell’occidente passando per Italia. L’emergenza le ha impedito di tornare a nel bergamasco, una delle zone che più sta soffrendo, dove lavora come docente. È a casa Marina Cazzato, una laurea in architettura con lode alla Sapienza di Roma e un master a Londra in ingegneria e design ambientale, ma ha nostalgia dei suoi ‘ragazzi’. Per questo, la professoressa di tecnologia originaria di Copertino ha pensato di mandare ai suoi studenti un ‘buongiorno’ speciale, un messaggio di vicinanza per cancellare un po’ di paura e angoscia.

Ogni mattina, disegna una card e le invia ai suoi alunni per dare un segno di speranza e di gioia. Ogni mattina. Cita Gio Evan «Non siamo fermi stiamo solo prendendo la rincorsa per una strada migliore» o Rosso Istanbul di Ferzan Ozpetek,«Impara dai fiori ad essere paziente, ad aspettare. Perché i fiori lo sanno, che dopo un gelido inverno arriva la primavera. Bisogna solo avere pazienza, credere nelle proprie forze» invita i suoi alunni a restare a casa disegnando. Ogni giorno un messaggio diverso.

«Sono tornata nel Salento per le vacanze di carnevale e sono stata costretta a non tornare più nella mia scuola. Ogni giorno, attraverso queste card, provo a stare accanto a miei studenti, a strappargli un sorriso in questo momento di difficoltà, in una terra che mi accolta senza se e senza ma, mi sembra un modo semplice per fargli capire che #andràtuttobene» ha dichiarato la professoressa.

Sicuramente un bel gesto, in attesa di tornare a guardarsi negli occhi, a sorridersi e ad abbracciarsi, quando le regole che impongono la distanza di sicurezza di almeno un metro saranno solo un (brutto) ricordo. In questi giorni in cui la conferenza della Protezione Civile sembra un bollettino di guerra tra morti e contagiati, questi gesti fanno ben sperare.

 



In questo articolo: