«Le scriventi OO.SS. comunicano che nessuna Organizzazione Sindacale né alcun Rappresentante Sindacale Unitario ha partecipato al tavolo tecnico sull’utilizzo dei termoscanner nella Corte d’Appello di Lecce, perché non invitati nonostante le varie richieste di confronto, non ultima quella del 23/04/2020 nella quale chiedevamo espressamente un incontro urgente. Per due motivi: stilare un protocollo di sicurezza anticontagio, costituire una cabina di regia che fosse guida nella fase 2».
Solo qualche giorno fa avevamo scritto su Leccenews24.it che il Tribunale penale di viale de Pietro avrebbe ripreso, seppur gradualmente, l’attività giudiziaria. La data fissata per l’inizio della cosiddetta fase 2 sarà quella del 12 maggio. Stringenti le misure di sicurezza raccontate al termine del tavolo tecnico, a cominciare dal controllo della temperatura corporea agli ingressi degli edifici a cura della Croce Rossa, con i termolaser. Spiegavamo anche che non sarebbe stata prevista l’istallazione di tornelli con il termoscanner, dal momento che il Ministero della Giustizia aveva comunicato che non esiste la necessaria copertura legislativa.
Il tavolo tecnico si era riunito in videoconferenza alla presenza del Procuratore Generale Antonio Maruccia, del Presidente della Corte d’Appello Lanfranco Vetrone, delle direzioni competenti dell’Asl, del Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati Antonio De Mauro. E non erano mancati i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, dell’RSSP e dell’Avvocatura dello Stato.
Ma a quella riunione i sindacati, con una nota dettagliata, raccontano di non esserci mai stati perché mai invitati. Giovanni Cagnazzo di Fp-Cgil, Gianni Farchi di Cisl-Fp e Cosimo Rizzo di Uil-Pa fanno sapere di non aver preso parte ad alcuna videoconferenza in materia di idonee misure di sicurezza finalizzate alla riapertura del Tribunale Penale.
«Tutto ciò – scrivono nel comunicato stampa inviato alla nostra redazione – nonostante la circolare della Funzione pubblica n° 2/2020 del 01/04/2020 e il Protocollo di intesa, per mettere in sicurezza il lavoro dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria sottoscritto dal Governo con Cgil, Cisl e Uil. I documenti prevedevano in questa fase il confronto con le OO.SS. sull’organizzazione del lavoro. La circolare del Capo-dipartimento, dott. Fabbrini, ha sottolineato più volte la necessità del coinvolgimento delle OO.SS., RSU e RLS, se non era stato fatto. E ribadiamo ancora una volta che a Lecce non era stato fatto in oltre 2 mesi».