Crolli della costa. I punti caldi

Vediamo di conoscere bene la ‘zona rossa’ evidenziata dalla Capitaneria di Porto di Otranto che pone il divieto di balneazione e di avvicinamento sotto costa, provvedimento al centro di un dibattito forte e che ha provocato le preoccupazioni di residenti e operatori turistici

Il Comune di Melendugno è uno dei più importanti della Puglia dal punto di vista turistico. Si tratta di un territorio che può contare su cinque marine attrezzate per la villeggiatura e per la vacanza, veri e propri “santuari” del turismo balneare.

Si tratta di 16 km di costa sorprendente che alterna magicamente spiagge di sabbia finissima e scogliere alte e a strapiombo, nelle quali il mare e il vento hanno ricavato nei millenni insenature mozzafiato.
Si parte a nord da Torre Specchia, marina condivisa amministrativamente con il Comune di Vernole, dove l’ordinanza della Guardia costiera ha “considerato” un tratto consistente di litorale, particolarmente appetito da pescatori dilettanti e da bagnanti, in prevalenza locali.

Uno dei punti più interessati ai flussi turistici estivi è la località San Basilio, nota per la sua splendida e rigogliosa pineta marittima che apre le porte alla più grande delle marine melendugnesi.
San Foca è un vero e proprio paesino costiero, dotato di tutti i comfort, una marina attrezzata come poche, con ristoranti, alberghi, stabilimenti balneari, una grande spiaggia e un porto turistico all’avanguardia, certamente lo scalo più importante nel tratto di costa compreso tra Brindisi e Otranto. Qui le restrizioni dell’ordinanza della Guardia costiera riguardano uno spazio breve ma significativo proprio a ridosso dello scalo meridionale del porto che conduce alla storica colonia estiva, divenuta poi negli anni novanta centro d’accoglienza per immigrati (il Regina Pacis). Un tratto costiero meno rinomato di altri e meno affollato rispetto a ciò che vedremo più avanti.

Dopo San Foca si raggiunge Roca, località fra le più caratteristiche e che offre risorse enormi sul piano storico e archeologico, ma anche naturalistico e ambientale. I divieti di balneazione riguardano la costa su cui si affaccia il caseggiato di Roca, con alcune costruzioni che si ergono proprio a ridosso della scogliera, che tra l’altro sono ben visibili da chiunque.
Dalla spiaggia di Portuligno e fino ai confini con Torre dell’Orso, l’ordinanza parla di rischio sfaldamento delle pareti rocciose, con particolare riguardo alla zona antistante il santuario della Madonna di Roca, con il complesso della Grotta di Poesia.

Qui siamo dinanzi ad un meraviglioso trittico paesaggistico, dal notevole valore storico e archeologico. I tre elementi principali sono l’isolotto con l’antica torre di avvistamento, le cavità naturali della Poesia grande e della Poesia piccola, la prima una spelonca di rilievo internazionale per via della scoperta eseguita dall’Università di Lecce circa le frequentazioni preistoriche della grotta stessa e la seconda, invece, considerata una piscina naturale dove da decenni forestieri e nativi fanno il bagno durante la bella stagione. Terzo elemento di pregio è il parco archeologico circostante con infinite testimonianze della storia, specie medievali.

Lo specchio d’acqua antistante è a dir poco sublime, ma considerato dal monitoraggio della Capitaneria di Porto di Otranto particolarmente a rischio per i possibili cedimenti della parete calcarea.
Roca sotto il profilo della morfologia costiera costituisce un unicum con Torre del’Orso, una delle più famose e ricercate località balneari della Puglia. Qui il limite dell’ordinanza riguarda le due scogliere che incastonano la splendida baia, quella a nord dove si erge la torre medievale e quella a sud dove insistono i famosi faraglioni gemelli, universalmente conosciuti col nome di “due sorelle”. Subito dopo, procedendo verso Sud, è la volta della marina di Torre Sant’Andrea, con i punti più caldi e considerati da sempre più a rischio, per via degli innumerevoli crolli che si sono succeduti negli anni. Dalla “lapide”, allu “bastimentu” per poi scendere dopo la vecchia caletta dei pescatori a ridosso del faro, dove non sarebbe più possibile fare il bagno. Si tratta della cartolina più bella che il Salento adriatico possa offrire, ricordando che a Otranto poi comincia il mar Jonio.