Per i fumatori non c’è niente di più rilassante di accendere una sigaretta in riva al mare o sulla spiaggia, mentre si sta prendendo la tintarella. Questo non vuol dire che sia un’abitudine giusta o da giustificare. Anzi. Tralasciando il fatto che “il fumo fa male” come è scritto nero su bianco anche sui pacchetti, i mozziconi inquinano più della plastica. Non sono biodegradabili, i filtri sono fatti di acetato di cellulosa che può impiegare dai dieci anni in su a decomporsi. Basta pensare quanti ne buttiamo ogni giorno (10 miliardi su scala globale) per capire che le cicche sono nemiche dell’ambiente.
No-smoke
Per questo, la battaglia per vietare il fumo in spiaggia dovrebbe essere combattuta parallelamente alla guerra per vietare l’uso della plastica monouso. Qualcosa, quest’anno, sembra muoversi. Sono tante le località che si affacciano sul mare che hanno imposto comportamenti civili, emandando ordinanze comunali di divieto di fumo on the beach. E la Puglia? Sembra che non sia stato fatto ancora abbastanza, per questo il Codacons ha intrapreso una battaglia legale per “salvare” i bagnanti dai pericoli legati al fumo attivo e passivo e per difendere l’ambiente dai mozziconi abbandonati dagli incivili, sicuri che non ci sia nessuno pronto a redarguire comportamenti maleducati.
La diffida
Il Codacons, quindi, ha presenta una diffida alle Prefetture della Puglia in cui si chiede, in virtù dei loro poteri, di ordinare alle amministrazioni comunali l’adozione di apposite ordinanze tese a stabilire divieti di fumo e di abbandono di prodotti da tabacco sulle spiagge di loro competenza.
Se non saranno adottate misure urgenti, il Codacons denuncerà i Comuni della regione per concorso in inquinamento e in danneggiamento aggravato del patrimonio naturale.
