Non fanno la tavola di San Giuseppe, famiglia di Minervino dona dei soldi a chi è in difficoltà

Una famiglia di Minervino di Lecce che ha rinunciato, causa covid, alla Tavola di San Giuseppe ha deciso di aiutare 13 famiglie in difficoltà grazie all’Associazione “Dalla Parte dei più Deboli”

Le Tavole di San Giuseppe sono una tradizione che si ripete, anno dopo anno, il 19 marzo. La storia di questo rito è molto antica e anche se con il tempo sono diventate sempre più belle, con i fiori e le tovaglie ricamate, quello che è rimasto intatto, immutato nonostante lo scorrere del tempo, è la devozione delle famiglie che decidono di onorare il Santo per “ringraziarlo” di una grazia ricevuta o come voto, per chiedere l’intercessione in una causa come se fosse una preghiera silenziosa.

Quest’anno il Covid19 e le restrizioni imposte per evitare la diffusione del virus hanno spinto molte famiglie a rinunciare a quest’usanza tipica di molti comuni del sud Salento. Anche perché il bello di questa festa è la condivisione: aprire le porte di casa agli sconosciti per offrire loro le pietanze “simboliche” preparate con cura. Non quelle riservate ai Santi – da 3 a 13 – ma quelle destinate agli ospiti che non vanno mai via a mani vuote.

Per questo una famiglia di Minervino di Lecce, uno dei paesi dove è più radicata quest’usanza, ha deciso di  donare del denaro all’associazione “Dalla parte dei più deboli” per aiutare le famiglie in difficoltà. Un modo per continuare la tradizione, per rispettare la devozione al padre terreno di Gesù. L’associazione, fa sapere il Presidente, destinerà la somma ricevuta per acquistare alimenti e beni di prima necessità da consegnare a 13 famiglie in difficoltà. Un gesto che onora la famiglia, ma anche il rito che affonda le sue radici in un passato lontano, quando era comune l’usanza di aiutare i poveri nel giorno dedicato San Giuseppe.