
Prima dell’educazione ambientale e di quella stradale ci vuole l’educazione sentimentale. I nostri ragazzi sono in pericolo. Il femminicidio è il sintomo di una gravissima malattia sociale, che però possiamo curare.
È una malattia mortale che si manifesta con sintomi chiari, ma che può essere curata e certamente prevenuta.
Il femminicidio, termine giornalistico per indicare l’omicidio di una donna, rappresenta un modo di prestare attenzione al mondo femminile, anche se è opportuno guardare al mondo tutto insieme. Uccidere non è naturale ma sta diventando più frequente anche tra i giovanissimi e questo è un allarme sociale che suona in maniera sinistra alle nostre fragili orecchie. Specie alle orecchie dei genitori che guardano con ansia e preoccupazione al futuro dei loro figli, ma che sono i primi a dover assumere sulle proprie spalle il carico pesante di una nuova educazione, l’educazione al rispetto e alla relazione, in un quadro ben più ampio di educazione sentimentale.
Occorre che i genitori siano antenne, rilevatori dei centri magnetici comportamentali dei propri figli, dedicando ad essi tutto il tempo che meritano. La cosa che più sconvolge dinanzi a certi eventi delittuosi è l’inconsapevole sorpresa di padri e madri al cospetto delle azioni spropositate dei loro figli, come se si trovassero all’improvviso davanti ad un estraneo di cui non si conosce la storia ed il vissuto.
Viversi accanto, viverci insieme è un’opportunità che non può non essere colta. I segnali d’allarme spesso indicati da esterni, non devono sfuggire agli interni, ma devono rientrare nell’ambito delle attività di monitoraggio familiare.
Mamma e papà, non generici interlocutori, sono gli alleati principali in una battaglia di civiltà che chiede rispetto e reciproca cura nelle relazioni sentimentali. Talvolta i nostri ragazzi si perdono nei vicoli oscuri dell’innamoramento adolescenziale, prigionieri di sentimenti immaturi e di relazioni irresponsabili, in cui orchi e streghe non si presentano mai con fisionomie ben definite.
E allora parlarsi, farsi aiutare, confidare timori, dubbi, angoscie. Condividere quei lati poco chiari nel modo di fare del partner, non banalizzare e non sottovalutare mai la gelosia e la possessività dell’altro. Relazioni esclusive e troppo passionali sono quasi sempre l’anticamera di rapporti squilibrati e perversi.
Amare significa libertà, leggerezza e spensieratezza. Proprio quello che a volte non capiamo e confondiamo con l’esatto contrario.