Precarietà, tagli, concorsi bloccati. Medici e infermieri sono diventati eroi, ma che succederà dopo la pandemia?

Circola in queste ore la lettera di un medico che denuncia il trattamento riservato a tutto il personale sanitario. Ora acclamati come eroi, ci ricorderemo di trattarli con rispetto anche quando tutto sarà finito?

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L’emergenza imperversa e non accenna a rallentare. Anzi, tutto il contrario. Ogni giorno l’appuntamento è con il bollettino della Protezione civile che, una dopo l’altra, sembra affossare le speranze degli Italiani. È una guerra contro un nemico invisibile, che si combatte in camice bianco, armati di guanti e mascherine. E sono loro i nostri eroi: è questo che la Nazione si ripete in queste giorno, è questo che la Nazione dice ai soldati in prima linea che difendono i cittadini dal contagio. Eppure, i medici sono quegli stessi medici bistrattati fino a qualche settimana fa, quegli stessi medici aggrediti nei Pronto Soccorso di tutta Italia, quegli stessi medici denunciati al presunto minimo errore.

Sarà, forse, la paura di morire o di perdere una persona cara a dare nuova luce alla figura di tutto il personale che lavora per uno dei diritti fondamentali di tutti, quello alla salute. Un diritto che negli anni è, forse, stato messo troppo in discussione. La questione sui tagli alla sanità, tra luci e ombre, è il perno attorno a cui tutto ruota e sarebbe banale, ora, denunciare un semplice “meno soldi” al sistema sanitario nazionale. Ognuno ha la sua parte di colpa: uno Stato che ha disinvestito, gradualmente, nella salute dei cittadini; le Regioni che, forse, non hanno gestito come avrebbero dovuto le Aziende sanitarie locali; la Politica, con l’iniziale maiuscola, che da troppo tempo ha perso lungimiranza, seguendo gli umori del momento.

Ed è contro la Politica che oggi dovremmo puntare il dito. Non per l’emergenza, era inevitabile. E nemmeno per il taglio dei posti letto e la chiusura degli ospedali, avere più dei 3,6 letti per 1000 abitanti avrebbe fatto differenza fino ad un certo punto. Dobbiamo puntare il dito contro la Politica per avere svalutato il ruolo di medici, infermieri, personale sanitario e ricercatori che oggi fanno il possibile e l’impossibile per salvare vite umane.

Non vuole essere una polemica inutile e superflua, non è questo il tempo. È più un monito per quando l’emergenza che sta travolgendo l’Italia sarà finita: ricordiamoci a cosa dare valore, ricordiamoci a cosa dare priorità quando l’epidemia sarà passata. E, soprattutto, ricordiamoci di trattare da eroi di guerra chi oggi è il nostro baluardo di speranza.



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