C’è un momento, ogni anno, in cui il tempo sembra sospendere il suo ritmo frenetico e ci invita a fermarci. È l’equinozio d’autunno, quel preciso istante in cui il giorno e la notte hanno la stessa durata, come in un abbraccio che ci ricorda l’equilibrio perfetto della natura.
L’autunno non arriva mai all’improvviso, non irrompe mai con clamore: si annuncia piano, con il sole che scivola più basso all’orizzonte, con le prime foglie che ingialliscono e con l’aria che si fa più fresca, quasi a ricordarci che nulla resta immutabile. Ma se proprio vogliamo cercare una data sul calendario, quest’anno, astronomicamente parlando, il passaggio dalla bella stagione a quella di mezzo cadrà il 22 settembre. In questo giorno, la Terra offrirà uno spettacolo raro: 12 ore di luce e 12 ore di buio, perfettamente in equilibrio.
Il nome stesso ce lo racconta: “equinozio” viene dal latino aequa nox, “notte uguale al giorno”. Questo accade perché il Sole, nel suo viaggio, attraversa l’equatore celeste, portando con sé una parità che si riflette in ogni latitudine del pianeta.
Dietro questo fenomeno si cela la danza silenziosa e millenaria della Terra: il nostro pianeta ruota inclinato di circa 23,27 gradi rispetto al proprio asse. È proprio questa inclinazione a regalarci le stagioni, i contrasti tra giornate lunghe e brevi, i ritmi che scandiscono la vita e i raccolti. Senza questa leggera inclinazione, non ci sarebbero né estati dorate né inverni raccolti.
Eppure l’equinozio non arriva sempre lo stesso giorno. Non è una data immobile, ma un appuntamento che varia leggermente ogni anno, oscillando tra il 21 e il 24 settembre. A influenzarlo sono la durata dell’anno solare, gli anni bisestili e piccoli scarti del nostro calendario. Quando il sole tramonterà lasciando spazio a una notte della stessa lunghezza del giorno appena vissuto, potremo fermarci un momento ad ascoltare la lezione della natura: lasciar andare, come fanno gli alberi con le foglie, e al tempo stesso a custodire, dentro di noi, la luce che servirà per attraversare l’inverno.
