
Come è ormai noto a tutti, la notte del 12 Marzo alcune cittadine e cittadini hanno occupato i locali dell’ex asilo comunale “Angeli di Beslan”, chiuso ormai da anni. L’immobile, che si trova in una traversa di via Monteroni, tra la sede dell’Acquedotto Pugliese e la Caserma ‘Nacci’, come accade spesso per gli edidici abbandonati del capoluogo barocco è diventato un ‘rifugio’ sicuro per tossicodipendenti, spacciatori e prostitute. Una protesta, sicuramente forte, per denunciare lo stato di degrado dello stabile che potrebbe, invece, diventare un luogo di aggregazione sociale. Così è stato, quando si è dato vita ad uno spazio dal nome di «Terra Rossa» a cui hanno preso parte anche numerosi residenti della strada e del quartiere.
La risposta popolare è stata dunque più che positiva, testimoniata dalla partecipazione di massa alla prima assemblea pubblica convocata al «Terra Rossa» da parte dei cittadini che hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa, portando con sé il proprio impegno e le proprie idee.
Gli occupanti dell’ex asilo avevano immediatamente dato inizio ai lavori di bonifica, a loro dire, facendo così risparmiare migliaia di euro alle casse del Comune che aveva la responsabilità gestionale dell’immobile e del terreno circostante. Il primo cittadino, dal canto suo, aveva fatto capire a chiare lettere la sua posizione annunciando l’intenzione di riprendersi immediatamente lo stabile.
«Devono sgomberare, faremo partire una denuncia per occupazione abusiva. L’asilo “Angeli di Beslan” è stato chiuso tre anni fa perché necessitava di lavori di manutenzione straordinaria – aveva dichiarato Perrone – l'immobile ci è stato dato in concessione da Aqp e questo ha creato delle difficoltà burocratiche per ottenere i finanziamenti, ma ora abbiamo recuperato i fondi da economie di Bilancio e siamo pronti a far partire una gara d'appalto per la gestione della struttura».
Nonostante la minaccia di sgombero, il comitato di gestione ha scelto di proseguire nella sua strada avviando subito una serie di attività. Una Ludoteca Popolare è già attiva grazie alla disponibilità gratuita di alcune educatrici specializzate, così come una biblioteca sociale che può contare già sulla disponibilità di centinaia di volumi donati da ex-biblioteche, editori e semplici cittadini che da tutta Italia stanno guardando con interesse all’esperienza inedita del Terra Rossa. Un servizio di doposcuola gestito da studenti del liceo artistico, classico e scientifico di Lecce, corsi di house theatre, lingue straniere e strumenti musicali, un ambulatorio di strada grazie alla disponibilità di alcuni medici, un servizio veterinario, senza contare i corsi dell’Università Popolare che saranno tenuti da un collegio di docenti dell’Università del Salento che hanno aderito a decine al progetto del Terra Rossa con un entusiasmo inaspettato.
Ma non finisce qui, tante sono le associazioni che si sono schierate dalla parte del «Terra Rossa» dichiarando la volontà di istituire nel centro una sede cittadina o una sezione leccese.
Come si legge in una nota a firma di ben venti associazioni (Anpi Martano; Antigone – Puglia; ARCI Lecce; Arci KilometroZero; Arci Miele Masseria; Arci Zei; Associazione Meticcia; Cianfrusoteca; Diritti a Sud; Forum Ambiente e Salute; La Città futura; Laici Italia; LEA – Liberamente e Apertamente; Melquiedes; Mujmune; Oikos Sostenibile; reAzione; Rete Caracas Chiama; Rete Kurdistan Italia; RTC Salento; Spartak Lecce; Associazione culturale BeFake; Università Popolare Asylum; Laboratorio Omar Moheissi; Spazi popolari) «sono troppe le associazioni legalmente riconosciute che da tempo chiedono, senza essere ascoltate, uno spazio dove poter agire».
Da qui l’appello affinché il Terra Rossa possa rappresentare un luogo adatto per ospitare un forum delle associazioni democratiche del Salento da cui deriva la richiesta di assegnazione formale dello spazio.
«Siamo disponibili – concludono – ad accollarci i costi delle utenze e di farci carico dei lavori di ammodernamento e manutenzione della struttura, sgravando il Comune di una spesa a cui evidentemente non ha potuto fare fronte negli ultimi tre anni. Nel caso in cui il Terra Rossa sia destinato a tornare ad essere asilo nido, siamo altresì disponibili a ragionare su una possibile collocazione alternativa da concordare con la Amministrazione».