La Fase 2 partirà da “Immuni”: sarà l’app più scaricata dell’anno

Firmata questa mattina l’intesa sull’app di tracciamento personale. Alla base della tecnologia, un rigido protocollo comunitario in tutela della privacy.

La Fase 2 sarà quella con maggiore apporto tecnologico. Negli anni ’20 del nuovo millennio non può non essere la tecnologica a farla da padrona, tentando di essere l’arma in più contro l’emergenza sanitaria legata al coronavirus.

Mentre tuti sperano di essere agli sgoccioli per quel che riguarda la fase del duro confinamento, il Governo (e la Task Force istituita ad hoc) lavorano alacremente per poter rimettere il moto il sistema-Italia. La Fase 2, come è noto, sarà quella dalla convivenza con il Covid-19 e per farlo serviranno misure straordinarie.

Maxi approvvigionamenti di mascherine, guanti, termoscanner e tutto ciò che è necessario per garantire massima sicurezza negli ambienti di lavoro e per strada. Ma accanto ai dispositivi materiali, ci sarà anche un’App da scaricare sul proprio smartphone.

Seguendo il “Modello Wuhan“, la scelta è ricaduta su “Immuni”. Si tratta dell’app sviluppata da Bending Spoons assieme ad altre realtà come il centro medico Santagostino di Luca Foresti. Oltre 300 i progetti recapitati al Governo, ma “Immuni” ha sbaragliato la concorrenza e, in mattinata, è stato firmato il contratto.

Come funzionerà il tracciamento? E che cosa perderemo in termini di privacy? A porre le basi su questo fronte è l’Europa. “Anonimato e niente geolocalizzazione, sì a bluetooth e volontarietà”. Queste le parole d’ordine, apprezzate anche .del Garante Privacy Antonello Soro.

L’app è stata scelta perché “ritenuta più idonea per la sua capacità di contribuire tempestivamente all’azione di contrasto del virus, per la conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT e per le garanzie che offre per il rispetto della privacy”. E’ quanto si legge nell’ordinanza firmata oggi da Domenico Arcuri con cui il commissario straordinario per l’emergenza dispone di “procedere alla stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons S.p.a“.

La società, si legge nell’ordinanza, “esclusivamente per spirito di solidarietà e, quindi, al solo scopo di fornire un proprio contributo, volontario e personale, utile per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 in atto, ha manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua, al Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19 e alla Presidenza del Consiglio dei ministri, il codice sorgente e tutte le componenti applicative facenti parte del sistema di contact tracing già sviluppate, nonché, per le medesime ragioni e motivazioni e sempre a titolo gratuito, ha manifestato la propria disponibilità a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact tracing digitale“.

Installare o meno l’app non sarà obbligatorio, ma “Immuni” si prepara ad essere la più scaricata dell’anno. “Speriamo che i cittadini possano sopportare e supportare il sistema di tracciamento dei contatti, che ci servirà a capitalizzare l’esperienza della fase precedente ed evitare che si possa replicare”, conclude Arcuri.

In attesa, quindi, di conoscere i dettagli tecnici, l’Unione Europea puntualizza: “gli Stati membri stanno convergendo verso un approccio comune con soluzioni che minimizzano il trattamento dei dati personali”. Il protocollo disegnato dall’UE prescrive: la tecnologia dell’app deve stimare con sufficiente precisione (circa 1 metro) la vicinanza tra le persone per rendere efficace l’avvertimento se si è venuti in contatto con una persona positiva al Covid-19; per questo, possono essere utilizzati “il Bluetooth o altre tecniche efficaci”, evitando la geolocalizzazione”.

“I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio” sottolinea Bruxelles. “Non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole perché questo creerebbe rilevanti problemi di sicurezza e privacy”.

E allora, si pensa ad un codice ID anonimo e temporaneo che consenta di stabilire un contatto con gli altri utenti nelle vicinanze.