Fase2, si può fare la spesa in un altro comune? Per Lecce sì, per Cavallino no. Scatta la polemica

A partire da domani, entra in vigore il nuovo DPCM che allenta alcune restrizioni. Nella polemica tra i sindaci salentini, interviene Aduc, l’associazione per i Diritti degli Utenti e i Consumatori

rapina-cavallino

Rimangono ancora tanti i dubbi da fugare prima dell’entrata in vigore del DPCM del 26 aprile che inaugura la fase due di gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Da domani, infatti, ci saranno alcuni cambiamenti nelle restrizioni imposte ai cittadini, accompagnate da molte, forse troppe, zone d’ombra. Nelle ultime ore, sembra diventata centrale la questione degli approvvigionamenti alimentari in un comune diverso dal proprio. Ed è scontro politico tra sindaci.

I cittadini leccesi, ad esempio, prima del lockdown erano soliti fare acquisti nei centri commerciali posti alle porte del capoluogo che, però, si trovano di fatto sul territorio di comuni differenti come Surbo e Cavallino. A sciogliere questo punto è stato il Primo Cittadino di Lecce Carlo Salvemini che ha affidato ad un post su Facebook alcuni chiarimenti. “Nel nuovo DPCM è scomparso obbligo di rimanere nel proprio comune (non si può uscire dalla Regione). Quindi alla domanda: ‘posso andare da Lecce a fare la spesa a Surbo o Cavallino?’ La risposta è sì, e vale naturalmente anche il contrario. Sempre da soli però!”

Di parere contrario, invece, il sindaco di Cavallino Bruno Ciccarese che, sempre su Facebook, ha scritto: “Anche dal 4 maggio, lo spostamento in un comune diverso per fare semplicemente la spesa non è consentito, a meno che non si dimostri tramite autocertificazione, soggetta a successiva verifica, che i prodotti da acquistare siano irreperibili presso gli esercizi del proprio comune”.

Interviene Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori

Una collisione di vedute, dunque, tra i primi cittadini dei due comune salentini. A provare a fare chiarezza sul dato tecnico, a prescindere dalla “polemica politica”, è Aduc che in queste ore ha rilasciato una nota stampa. “Interessa sapere sulla base di quale norma il Comune di Cavallino possa affermare che si può andare in altro comune a fare la spesa solo autocertificando che nel proprio i prodotti siano irreperibili stando poi a loro, dopo, la verifica”.

La questione sarebbe tecnica, secondo l’Associazione. Se gli spostamenti tra comuni per andare a fare la spesa non erano, in generale consentiti, la situazione sembra molto diversa a partire dal 4 maggio. “Col DPCM 26 aprile 2020 lo spostamento per necessità (ergo anche per fare la spesa) può avvenire anche entro l’ambito regionale. È chiarissimo sul punto l’art. 1 della norma. Non c’è più il riferimento al comune. Dov’è il riferimento agli articoli irreperibili? Quale interpretazione fa propendere per quella soluzione?”

“Cosa intende fare la municipale di Cavallino – concludono – multerà chi da Lecce o da un altro comune va a correre sul suo territorio? Oppure se vado a passeggiare in prossimità di un centro commerciale è tutto in regola?”



In questo articolo: