Una copia della statua di Sant’Oronzo: “tutte le grandi città proteggono gli originali”

C’è chi plaude alla scelta di collocare sulla colonna di piazza sant’Oronzo una copia della statua settecentesca: “tutte le città proteggono i monumenti dal tempo”

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«Ma quale eresia, tutte le grandi città proteggono i loro monumenti più importanti e rappresentativi sostituendoli con copie. Solo a Lecce si deve sollevare un polverone se si decide di collocare sulla colonna una statua di Sant’Oronzo non originale. Nessuno è mai contento». Se ad alcuni la scelta della Soprintendenza di collocare in piazza Sant’Oronzo un ‘degno’ sostituto del patrono della città ha fatto sobbalzare dalla sedia, c’è chi non storce il naso. Anzi, la considera una scelta dovuta, un piccolo sacrificio per salvare il simulacro, ridotto già in cattive condizioni.

«Sarebbe sbagliato – ci scrive Damiano, un lettore di Leccenews24.it, per raccontarci il suo punto di vista – se dopo tanta ‘fatica’ per restaurare l’opera la si rimettesse sulla colonna, esposta di nuovo alla mercé degli agenti atmosferici e inquinanti. Se lo hanno fatto a Firenze con il David di Donatello, perché non possiamo farlo noi con Sant’Oronzo?». Meglio, una copia, quindi. Così come accade in piazza del Campidoglio a Roma, dove è stata collocata una riproduzione della statua equestre di Marco Aurelio. O in piazza della Signoria, a Firenze. Sempre nel capoluogo toscano è stata creata una replica della bellissima Porta Nord del Battistero di Lorenzo Ghiberti. L’originale è esposto nel nuovo museo dell’Opera del Duomo.

Seguendo quest’esempio, anche Sant’Oronzo sarebbe autorizzato a non tornare mai più sulla colonna. «Il punto – continua il nostro lettore – è un altro. È dare una casa degna alla statua, che non la ‘condanni’ al dimenticatoio, ma che sia un luogo aperto ai fedeli che vogliono ammirarla da vicino».

Si può discutere, essere a favore o contrari, ma il dado sembra essere tratto: in piazza Sant’Oronzo ci sarà una copia fedele all’originale. Così come è stato comunicato agli uffici dell’amministrazione comunale ed alla ditta Colaci Emilio Impianti e Restauri che, in tutti questi mesi, si è occupata dei lavori di restauro del simulacro, ospitato ora nell’androne di Palazzo Carafa in via Rubichi.



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