La fusione dei comuni è una strada segnata. L’ipotesi Grecìa salentina

Nuovo contributo di carattere tecnico e politico da parte del prof Luigino Sergio, uno dei massimi esperti in materia di enti locali. Fondere due o più comuni può avere vantaggi significativi

96 comuni in provincia di Lecce sono tanti, tantissimi. Uno accanto all’altro, talvolta contigui, senza soluzione di continuità urbanistica. Molto spesso siamo davanti a comuni piccoli, con territori minuscoli e con popolazione ridotta. Nel Salento sono innumerevoli i comuni al di sotto dei 3000 abitanti e la stragrande maggioranza è sotto i 10000. Parliamo di realtà infinitesimali, fuori dal tempo.

Ma cosa significa esattamente fusione? Ebbene – si legge nella presentazione del libro curato da Luigino Sergio – che si tratta dell’aggregazione di almeno due comuni contermini, con l’istituzione di un nuovo ente locale territoriale a seguito di legge regionale, e rappresenta la forma più efficace di semplificazione e di ottimizzazione dell’agire dei comuni, soprattutto di quelli di piccola dimensione.

“La fusione di comuni continua ad essere da un lato un istituto in continua evoluzione anche dal punto di vista giuridico e dall’altro una categoria costantemente oggetto di discussione, tra chi è contrario, accampando soprattutto questioni legate alla presunta perdita d’identità dei territori oggetto di fusione e chi si dimostra ad essa favorevole, sostenendo, che la frammentazione del governo locale sconti spese assai elevate, con un’incidenza abbastanza sostenuta dei costi fissi di funzionamento delle strutture dell’ente locale territoriale rispetto al complesso totale delle risorse finanziarie disponibili.

Pur ritenendo il nostro lavoro non del tutto esaustivo, si è voluto argomentare sull’istituto della fusione di comuni, prendendo spunto dall’esame di un caso concreto, vale a dire quello dei dodici enti locali territoriali associati nell’unione di comuni della Grecía Salentina, per analizzarne, partendo dai tagli dei trasferimenti erariali, i costi di funzionamento e passare ad esaminare i riflessi sul piano finanziario dell’eventuale aggregazione dei suddetti comuni in un unico ente locale territoriale di oltre cinquantamila abitanti”.