Gestione della pandemia e prevenzione dei contagi, i sindacati interrogano la Asl

Cgil, Cisl e Uil chiedono di acquisire i dati sulla gestione della crisi e di riaprire il confronto con la Asl di Lecce.

Rendicontare sugli interventi messi in campo per fronteggiare la crisi sanitaria in corso e riaprire il confronto con le parti sociali. Queste le richieste avanzate dai sindacati Cgil, Cisl e Uil nella missiva recapitata al direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo, e all’assessore regionale alla sanità Pierluigi Lopalco.

“La direzione della Asl di Lecce non può più tergiversare: serve un confronto urgente rispetto a modelli organizzativi, tempistiche e strategia per la rimozione delle criticità”, affermano i segretari generali delle tre sigle sindacali Valentina Fragassi, Ada Chirizzi e Salvatore Giannetto, nell’evidenziare i nervi scoperti emersi in un anno di pandemia.

I contagi nelle Rsa e i focolai che hanno interessato gli operatori sanitari – denunciano i sindacati – sono spia di un sistema lacunoso che necessita di nuovi e urgenti interventi per arginare gli elementi di inadeguatezza: tra questi, priorità andrebbe all’organizzazione sanitaria interessata da “notevoli ritardi sul versante della qualificazione dei Presidi territoriali di assistenza e su quello degli altri presidi di prossimità”.

Alla Asl i sindacati chiedono, infatti, di precisare quali siano state le misure messe in campo per prevenire i contagi da Coronavirus, delineando un quadro che tenga in conto vari elementi: il rispetto degli standard sui dispositivi di protezione garantiti al personale sanitario, le misure prese in favore del personale in situazioni di fragilità, il numero delle Unità speciali di continuità assistenziali (Usca) effettivamente funzionanti, lo stato di attuazione del Piano ospedaliero aziendale con riferimento all’incremento dei posti di terapia intensiva e semi intensiva, di malattie infettive e pneumologiche. Infine, chiesti chiarimenti anche sulla governance del piano vaccinale.

Critici i segretari anche sulla gestione dei pazienti non covid . “Oggi sembra che l’emergenza Covid abbia cancellato il bisogno di salute di tante categorie di persone a forte rischio, come ad esempio i malati oncologici o chi necessiti di screening periodici”, proseguono, chiedendo una celere risposta che consenta di mettersi al lavoro e individuare le azioni da intraprendere a salvaguardia della salute dei cittadini e dei lavoratori, in coordinamento con la Regione.



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