
Il prossimo appuntamento in rosso sul calendario è Pasqua, una ricorrenza scandita da riti, simboli e tradizioni religiose e popolari che non si dimenticano mai, anche se lontani. Dopo tante iniziative per portare avanti la cultura salentina all’estero, il Salento in Svizzera scrive un altro pezzo di storia locale con “i Sabburchi”, i “sepolcri” del giovedì santo, quando i portoni delle Chiese si aprono per ospitare i fedeli per una preghiera, un segno della croce, per una visita agli altari della reposizione ornati con i germogli di grano (o altri cereali), preparati, un tempo, dalle donne che, con amore e devozione, scelgono un luogo buio per far crescere i semi. Un modo per simboleggiare il passaggio dalle tenebre alla luce, il giorno della Resurrezione di Cristo.
In attesa dela settimana Santa, il gruppo Facebook, ideato e gestito da Biancarosa Urso, porta oltre il confine uno dei riti pasquali salentini più antichi. Perché non c’è solo la Caremma, la benedizione delle Palme, le “trenule” (o “trozzule“) e la preparazione della Cuddhura, ma anche i Sabburchi: si tratta di composizioni con germogli di grano da portare in chiesa o al cimitero, un dono ed un simbolo povero offerto dal sentimento religioso popolare sul sepolcro di Cristo.
“Il Salento in Svizzera”, anche quest’anno, curerà i Sabburchi, per rivivere questa antica tradizione anche fuori dai confini nazionali, per portare sempre con sé un pezzetto della propria terra.