Infrastrutture inefficienti e globalizzazione. Facce della stessa medaglia

E se la mancanza di infrastrutture efficienti in Salento dipendesse dal processo di globalizzazione? Una riflessione sul tema

Segnaletica inesistente o poco funzionale, insieme a strade interrotte, mal asfaltate o addirittura poco illuminate, mettono purtroppo un marchio negativo sul nostro bel territorio, che si presenta tra gli ultimi posti in Italia per inefficienza di strade percorribili o facilmente raggiungibili. Un problema che si accentua se pensiamo che il Salento è composto da ben 96 comuni che sono però, di fatto, mal collegati tra loro e quindi ecco che perdersi, a meno a che non ci sia google maps a salvarci, diventa un’esperienza frequente e a dir poco bizzarra.

Guida inefficiente, un’ingenerosa perdita di tempo e, cosa ancor più grave, numerosi incidenti stradali sono il risultato di una mal organizzazione evidente e di infrastrutture che non sono mai state né migliorate, né rinnovate. Ma tutto questo potrebbe avere anche una valenza e una spiegazione economica? Sicuramente sì, perché l’oggettiva difficoltà di raggiungere determinati comuni diminuisce, di certo, il flusso di persone e di conseguenza il normale ciclo economico produttivo che spetterebbe, naturalmente, ad ogni comunità. Ed ecco che in questo modo e soprattutto nel periodo di festa, la gente si riversa esclusivamente nei grandi centri, sicuramente molto meglio collegati e segnalati e dove l’economia trova accoglienza e crescita a scapito, però, di negozi, commercianti e artigiani che risiedono e operano nei piccoli centri.

Una mentalità, quella di fare acquisti nelle città, che domina ormai da tempo e che rispecchia certamente il processo di globalizzazione che si impone prepotentemente ma che, di contro, svilisce o addirittura annulla i piccoli negozi e i piccoli centri, oscurati sostanzialmente anche nella semplice possibilità di essere raggiunti. Infrastrutture scadenti, segnaletica mediocre, strade rovinose e globalizzazione evidenziano dunque un nesso e un binomio evidente e credibile, laddove si fa luce, in tutti i sensi, solo su grandi spazi, grandi centri e grandi brand, rilevando una competitività comerciale e una libertà d’impresa che diventa assolutamente impàri. Segnalare tutto ciò diventa, per tanto, un impegno civico e sociale che porterebbe beneficio a tutti, attraverso un processo di ottimizzazione collettivo, esteso e diffuso. Nel frattempo, ci auguriamo che almeno Babbo Natale abbia trovato la strada per ogni dimora, centrale o periferica che sia