
Serio, equilibrato, educato, gentile, semplicemente normale, eppure eccezionale. Tra gli sportivi non è un fatto diffuso, tra i tennisti ancor meno. Siamo abituati a personaggi strani, eccentrici, esibizionisti, a gente che urla, che se la prende col pubblico che spacca le racchette scagliandole per terra con rabbia e un pizzico di teatralità. E poi arriva Jannick Sinner, uno che viene da un luogo dove mediamente si vive a temperature sottozero, dove il freddo diventa un alleato per vivere serenamente e va gestito.
Agli Australian Open invece è sempre estate, dopo il torneo di tennis i campioni vanno in spiaggia, il lusso se lo sono meritato. Nessuno si aspetta che il vincitore del primo torneo Slam, uno dei quattro più importanti al mondo, il primo grande appuntamento dell’anno, si metta lì buono buono a ringraziare i suoi genitori e ad augurare agli altri la possibilità che ha avuto. Ha ragione Sinner, nessuno vince da solo o semplicemente perché è bravo, si vince perché qualcuno te lo permette, il talento non basta, va modellato e va educato.
Gli hanno chiesto se la prima notte ha dormito con la coppa nel letto, com’è tradizione, e ha risposto di no, perché era molto stanco e aveva bisogno di riposare, con la coppa nel letto sarebbe stato scomodo. Sinner è un modello, anche in questo.