La costa del Salento si sgretola. Angoli di Paradiso di nuovo off limits

Nuovi crolli lungo la costa adriatica da Sant’Andrea fino a Marittima. Scattano nuovi sequestri ad opera delle Forze dell’ordine, mentre prosegue l’inchiesta della Procura in merito ai lavori di messa in sicurezza a Diso.

Dal Ciolo a Santa Cesarea, passando per Diso e Marittima, fino alle marine di Melendugno. Passano i mesi, gli anni, ma la situazione è sempre la stessa. La bella costa del Salento non regge sotto gli attacchi di agenti atmosferici e mareggiate, oltre che, va detto, degli abusi edilizi.

A dirlo è anche l’inchiesta della Procura di Lecce che nelle persone dei PM Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci, avrebbero fatto emergere presunti abusi nei lavori che erano destinati ad arginare il problema dei crolli a Diso: qui è stata avviata la realizzazione di una barriera di quasi 200 metri che avrebbe dovuto proteggere la costa dalle mareggiate, ma le indagini di Guardia di Finanza e Guardia costiera  hanno portato ai sequestri di oggi. Da qui, 4 sono gli indagati per presunti abusi edilizi: tre responsabili della società aggiudicataria dei lavori e il dirigente dell’ufficio tecnico comunale.
 
Insomma, la solita storia che si ripete e intanto gli angoli più belli della costa sono interdetti ai bagnanti. È ancora così a Santa Cesarea e l’appello di una lettrice salentina, originaria di Cursi ma da anni residente in provincia di Modena, continua a cadere nel vuoto. Il finanziamento dell’UE e della Regione c’è, ma i lavori sono fermi a causa di vicende giudiziarie e ricorsi al Tar. Risultato? L’accesso all’unica zona di libera fruizione, ovvero quella de Le Fontanelle, è interdetto. Stessa musica per la baia di porto Miggiano.

Se poi ci si sposta di qualche chilometro a Nord e si arriva alle marine di Melendugno, si passa da Sant’Andrea dove sono recenti i nuovi crolli della costa, già fortemente sofferente, per poi arrivare al divieto di balneazione nella Grotta della Poesia di Roca.

Non si può non sottolineare che tutti i divieti vengono puntualmente disattesi e i sigilli infranti da bagnanti che proprio non ne vogliono sapere di non accedere alle zone più belle della costa, con tanto di rischio serio per l’incolumità. Insomma, così come si chiese la nostra lettrice salentina trasferita al Nord “Cosa si aspetta, il morto?”.

Buona parte della costa salentina è a rischio idrogeologico e occorre intervenire subito. Lo sanno gli amministratori che si sono impegnati due anni fa ad intervenire con il sostegno della Regione Puglia. Poi solo sigilli, ordinanze, divieti di balneazione, inchieste e ricorsi.



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