Un grido di allarme si leva da Santa Cesarea Terme, dove novanta famiglie di lavoratori attendono con ansia il pagamento di quattro mensilità di stipendio arretrate. La situazione alle Terme di Santa Cesarea è critica e, nonostante la dedizione del personale, si scontra con quella che i sindacati definiscono ‘l’indifferenza dei soci e delle istituzioni’, in primis la Regione Puglia, proprietaria della struttura, e il Comune di Santa Cesarea.
Daniela Campobasso (Filcams Cgil Lecce) e Giacomo Bevilacqua (Uiltucs Uil Lecce) hanno lanciato un appello congiunto, denunciando la grave situazione e la mancanza di risposte da parte delle istituzioni.
“Possono bastare quattro stipendi arretrati per parlare di crisi aziendale alle Terme di Santa Cesarea? E può bastare una simile notizia per indurre il proprietario delle Terme, cioè la Regione Puglia, ad attivarsi per risolvere la questione?”, si chiedono i sindacalisti, sottolineando come le loro richieste di incontro urgente al Presidente della Regione, Michele Emiliano, siano cadute nel dimenticatoio.
Nonostante le difficoltà economiche, le lavoratrici e i lavoratori delle Terme continuano a garantire i servizi, specialmente in un periodo di importanti flussi turistici come quello estivo. Questo spirito di abnegazione, tuttavia, si scontra con una palese irresponsabilità da parte della proprietà. “Evidentemente a tanto senso di responsabilità del personale si contrappone l’irresponsabilità della proprietà, che davanti al grido disperato di 90 famiglie preferisce voltarsi dall’altra parte”, denunciano Campobasso e Bevilacqua.
I sindacati avevano auspicato una convocazione urgente per individuare soluzioni definitive a una vertenza che si trascina da troppi anni. Invece, si registra solo silenzio. “Rileviamo tristemente che una risorsa naturale, che potenzialmente potrebbe essere testa d’ariete per lo sviluppo economico del territorio, non interessa a nessuno, né alla Regione Puglia né al Comune di Santa Cesarea”, affermano con amarezza.
Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali a novembre, i sindacalisti esprimono la loro preoccupazione per una possibile strumentalizzazione della vertenza. “Ad aprile si riempiono le pagine dei giornali con dati entusiasmanti sul turismo, poi a novembre si spengono come sempre i riflettori. La differenza è che questo novembre ci saranno le votazioni regionali”, osservano Campobasso e Bevilacqua.
Prevedono già una corsa al consenso, dove “lo stato di precarietà dei lavoratori diventerà una risorsa elettorale bipartisan”. Ma Filcams Cgil e Uiltucs Uil non intendono rimanere in silenzio.
“Saremo lì con i lavoratori e le lavoratrici delle Terme ad urlare il nostro sdegno per una politica che scansa le condizioni di difficoltà delle persone”, concludono i segretari generali, promettendo di continuare la loro battaglia per i diritti dei lavoratori delle Terme di Santa Cesarea.
La situazione alle Terme di Santa Cesarea è un monito che la politica non può ignorare. Quali saranno le prossime mosse delle istituzioni per rispondere a questo urgente appello?
