‘Per una città inclusiva e accessibile’, gli studenti convocano le istituzioni

Dalle 19 presso il chiostro dell’ex convitto Palmieri gli studenti universitari incontrano il rettore e gli assessori del comune di Lecce per discutere di spazi e riqualificazione del territorio

Ripartono dagli spazi gli studenti dell’Università del Salento, e lo fanno in un momento in cui il distanziamento fisico e le norme di contenimento della pandemia da coronavirus impongono un ripensamento delle modalità di condivisione degli spazi collettivi. Spazi universitari e cittadini per l’implementazione dei quali gli studenti – guidati da Link Lecce – rivendicano il proprio ruolo sociale.

“Consideriamo lo spazio come uno strumento di espressione personale e collettiva, e riteniamo che la città debba essere il luogo di integrazione piena delle soggettività”, affermano gli studenti. “Abbiamo bisogno di incontrarci, socializzare, studiare in ambienti confortevoli. Abbiamo bisogno di luoghi diffusi e idonei a progettare insieme nuove iniziative e confrontarci con il territorio. Abbiamo bisogno di cultura, e di cooperare attivamente per valorizzare i nostri ambienti”, le richieste espresse nella lettera aperta diramata da Link Coordinamento universitario. Cui seguirà, stasera presso il chiostro dell’ex convitto Palmieri, il dialogo con le istituzioni territoriali, per creare un collegamento a doppio filo tra università ed enti locali che renda agevole l’ampliamento delle aree dedicate al confronto e ad iniziative che interroghino la cittadinanza su tematiche d’interesse comune.

Partirà dalle 19 il dibattito “Ripartiamo dagli spazi, idee e progetti per vivere città e università”, cui parteciperanno il Rettore dell’università del Salento, Fabio Pollice, il direttore del polo biblio-musicale di Lecce, Luigi de Luca, l’assessore alle politiche urbanistiche del comune di Lecce, Rita Miglietta, e l’assessore al Welfare Silvia Miglietta, con la moderazione di Marianna Ceraso, studentessa di giurisprudenza.

Al centro del dibattito saranno gli scenari sociali e urbanistici che si prospettano nel prossimo futuro. Il ruolo del comune e dell’università nel ripensamento degli spazi. E poi le rivendicazioni degli studenti, la richiesta di giocare un ruolo attivo nella ricerca di luoghi di socializzazione e mutualismo di cui sono stati privati dalla pandemia in corso che ha imposto distanziamento fisico e didattica a distanza.

“Nei luoghi universitari così come negli spazi pubblici esterni – sono le richieste degli studenti – vogliamo l’implementazione delle aree destinate allo studio, al coworking e alle manifestazioni culturali, e il relativo prolungamento degli orari di apertura. Nell’ottica di una riqualifica spaziale e culturale del territorio, sarebbe possibile ripensare l’utilizzo degli edifici inutilizzati/abbandonati o anche di quelli già attivi. Crediamo sia importante, per contrastare la segregazione, aprire luoghi di socialità nel centro come nelle periferie, facilitando però le condizioni di mobilità anche in una prospettiva ecosostenibile“.

Da perseguire, però, di pari passo alle istituzioni, chiamate a dibattere proprio sulla possibilità di costruire, in concomitanza con gli studenti, un progetto a lungo termine. “Un ruolo fondamentale in questo contesto lo hanno tutti gli enti territoriali che collaborano in città, in quanto con questi ultimi può nascere un vero e proprio progetto a lungo termine di ripensamento degli spazi cittadini, partendo anche dai semplici spazi che si hanno a disposizione a livello associativo. Solo un piano progettuale tra Università, Comune ed enti – concludono gli studenti – può far nascere nuove prospettive per il nostro territorio”.