Lecce2019, il sogno continua. Dal bid book 2 al rush finale

Illustrato il contenuto del fascicolo definitivo presentato alla commissione romana. C’è grande attesa per il 6 ottobre, data in cui i giurati saranno a Lecce per fare visita alla città e poter scegliere con maggiore obiettività la città vincitrice

Due settimane fa la festa in grande stile in Piazza Sant’Oronzo per suggellare la fine di un percorso che ha portato, poi, lunedì 8 settembre, il sindaco Paolo Perrone a Roma a consegnare il bid book alla Commissione che sarà chiamata ad eleggere la città italiana, tra le sei in corsa, che diventerà Capitale della Cultura europea fino al 2019. Oggi, il primo cittadino leccese ed il direttore artistico di Lecce2019, Airan Berg, hanno voluto illustrare il contenuto del fascicolo che dovrebbe veicolare il capoluogo salentino verso la vittoria, le differenze tra il primo ed il secondo bid book e il percorso che Lecce, i suoi cittadini e i suoi sostenitori dovranno svolgere fino al 6 ottobre.

Data cruciale quest’ultima, data che vedrà la Commissione visitare “la culla del Barocco” per un sopralluogo che servirà poi ad esprimersi in merito ed avere un’idea più chiara nel fare obiettivamente la scelta finale. Allora Berg chiama in coro tutta la città a sostegno per quella data, in cui saranno previsti degli spazi condivisi di arte e di cultura, cittadini, giornalisti e turisti tutti insieme per strada. “Dalle 12 alle 19 – dice – ci saranno i giurati e Lecce dovrà farsi trovare pronta. Sarà il giorno dell’Eutopia e servirà a creare un percorso nella città in cui i visitatori potranno godersi workshop e laboratori itineranti, con degli spazi per tutti, arte e cultura per strada, offerti dalla cittadinanza. Chiedo ai cittadini di mangiare per strada con i tavolini, creando uno spazio democratico da condividere con la giuria che, da parte sua, ha la possibilità di interagire con la gente che potrebbe esprimere le proprie idee e avanzare le proprie proposte”. Poi, Berg, preannuncia una sorpresa: “I giurati saranno accompagnati verso l’Anfiteatro Romano e lì, mentre loro penseranno di dover assistere ad un filmato, ci sarà Nando Popu dei Sud Sound System che intonerà l’inno ufficiale di Lecce2019 e i cittadini, speriamo quanto più numerosi possibili, che saranno chiamati a fare il coro”.

Il sindaco Paolo Perrone, da parte sua, ha voluto sottolineare l’importanza di questo evento e del percorso che Lecce ha intrapreso in questi anni, senza farsi mancare una nota polemica verso gli avversari politici che avevano criticato la scelta dell’organizzazione di non mettere il bid book in rete, in modo tale che fosse visibile a tutti: “Quattro delle sei città candidate non hanno reso pubblico il bid book però, come al solito, solo a Lecce si polemizza su queste cose. Il significato della nostra scelta sta nel fatto di non voler concedere vantaggi ai nostri avversari, per non mostrare i nostri punti di forza, un po’ come fanno gli allenatori nel calcio. È importante sottolineare come numerose imprese si siano impegnate dal punto di vista economico-finanziario con dei fondi a favore e a sostegno di Lecce2019. È stato sottoscritto un impegno pluriennale fino al 2020 con queste imprese che si stanno impegnando fattivamente e verseranno ogni anno, fino al 2020, una somma di denaro per questa causa”.

Il direttore di candidatura, Raffaele Parlangeli, da parte sua, ha voluto dare risalto ad altri aspetti fondamentali del percorso intrapreso da bid book 2, soprattutto quello che prevede la costituzione di una fondazione: “Ad oggi e nel momento in cui si chiudeva il bid book si erano già aperti quattro partenariati internazionali ed entro la settimana ci impegneremo a costruire una fondazione che servirà a creare un soggetto terzo riconosciuto da tutti gli enti che avrà l’obiettivo di stabilire un progetto culturale, intrattenere le relazioni internazionali e attuare un programma che vada al di là dei governi cittadini che si potrebbero alternare. Abbiamo tutte le carte in regola per accogliere la delegazione e attendere i risultati, tutti insieme nella nostra città, insieme a tutti i cittadini. Noi vogliamo entusiasmo e non contestazioni dettate solo ed esclusivamente da strumentalizzazioni politiche”.

Arian Berg aveva aperto l’incontro illustrando alcuni dettagli del secondo bid book, quello definitivo, redatto ad un anno di distanza dal primo: “Un lavoro di cui sono orgoglioso per l’impegno profuso da tutti. Ci sono volute 400 persone per la realizzazione del fascicolo. Da allora ad oggi hanno collaborato in tutto 12mila persone di tutto il territorio. In questo lavoro, dalla prima all’ultima pagina, c’è il contributo di tutta questa gente. Volevamo che il bid book raccontasse la storia di quello che abbiamo fatto. La copertina è realizzata con resti di olio d’oliva e frutti ed il titolo è anche tradotto in braille, inoltre, c’è anche un segnalibro realizzato “made in carcere”. Si comincia con delle foto di terreni agricoli ed ulivi e si finisce con il mare, tanto per mettere in risalto le peculiarità di questa terra. “Get Real, Dream” (Siate realisti, sognate) è lo slogan finale. In tutte le pagine vengono illustrate persone che fanno qualcosa (lavorano, corrono, disegnano…), che sono attive e vengono riprese proprio nel momento in cui sono attive. Abbiamo preso quell’energia (o cercato di farlo) e l’abbiamo trasformata in un’azione concreta di cambiamento. La prima parola è “imagine” (immaginazione). Il primo bid book non aveva immagini, ma solo loghi. Questo libro, invece, ci porta attraverso un viaggio che va dal sogno alle azioni concrete. Adesso il prossimo step sarà pensare a quello che faremo con il titolo”.