La gente ‘noscia’ che ha fatto la storia. Il libro di Antonio Damiano che racconta i grandi del Salento

Sarà presentato il 26 novembre a Minervino di Lecce il terzo e ultimo libro di Antonio Damiano: “Made in Salento, a gente noscia che ha fatto la storia”

Con «A gente noscia che ha fatto la storia, atto III» si conclude il viaggio di Antonio Damiano alla scoperta di quei volti, più o meno noti, che hanno scritto una pagina importante nella storia di questa terra, per tanti anni dimenticata. Una terra che ha ‘custodito’ l’eredità lasciata da chi ha portato in alto il nome del Salento e l’ha tramandata per non rischiare che andasse perduta. Questo ha fatto Antonio, poeta e scrittore di Specchia Gallone: ha raccontato in vernacolo la vita di questi personaggi strappandoli al tempo spesso, impietoso. Solo prendendo per mano il passato si può camminare nel futuro con un bagaglio più ricco. «La storia è sapere chi siamo e perché siamo come siamo» afferma l’autore.

Così, grazie ai suoi versi in dialetto salentino abbiamo imparato a conoscere qualcosa in più di questi uomini e donne, delle loro gesta impresse da Damiano con la penna, usata sempre con garbo. Il risultato è un ritratto da riguardare, un ricordo da rispolverare, un esempio da seguire.

Quello che sarà presentato sabato 26 novembre a Minervino di Lecce è il terzo volute di un progetto accurato di ricerca. Un lavoro certosino che, come ha scritto Franco Merico, professore di Sociologia e Sociologia delle migrazioni all’Università del Salento, ha più di un merito. Quello di aver scovato e acceso i riflettori su personalità locali, la cui memoria stava rimanendo confinata in ambito ristretto. E quella di aver riportato a casa quei personaggi che si sono affermati o hanno fatto fortuna altrove, lontano. «Damiano – dice – ha dato a ciascuno il posto che merita. Quante volte leggendo il nome di una piazza o di una strada, siamo stati costretti a domandarci chi fosse quel personaggio a cui era intitolata. Spesso questa domanda è rimasta irrisolta. Adesso possiamo avere un piccolo ‘vocabolario’ da consultare per appagare la nostra curiosità». Prendendo in prestito le parole del professore Merico, il lavoro di Antonio è una piccola enciclopedia sulla Storia del Salento, dove trovano casa figure straordinarie che si sono distinte in campi diversi, artistico, letterario, militare e religioso che con la loro vita “sopra le righe” hanno lasciato un segno. Segno che possiamo leggere tra le pagine del libro di Damiano.

«Scopriamo allora che dietro ai nomi di vie e piazze, non si nascondono anonime persone di un tempo indefinito, ma notabili, studiosi, benefattrici, luminari patrioti, poetesse e poeti, dimenticati dalla negligenza e trascuratezza dalle comunità locali, ma spesso conosciuti da tanti turisti non particolarmente distratti dalle mangerecce sagre». Bellissime le parole con cui Mario Matera Frassese, autore pugliese, ha presentato il III atto di «A gente noscia che ha fatto la storia».

«L’ultimo lavoro di Antonio Damiano è pronto per essere letto e “gustato”, non semplicemente sfogliato. Damiano ci presenta un Made in Salento particolare: niente spiagge, mieru, sagne ncannulate, purpu alla pignata o puercu cu le cicureddhre. No. Niente di tutto questo. Ci propone un vasto e corposo menu biografico di personaggi locali noti, meno noti, famosi e non. Damiano ha pescato nel mare della memoria i personaggi salentini, spesso grandi e dimenticati, riproponendoli in un’autentica salsa salentina: il dialetto» ha dichiarato Frassese.

Il 26 novembre, alle 18.30 il poeta di Specchia Gallone, presenterà nella sala consiliare del Comune di Minervino la sua ultima fatica letteraria: un lavoro immane e certosino che lo ha visto consultare archivi, testi e siti web, ricollocando nel tempo e nello spazio personaggi che hanno contribuito a celebrare questa terra geograficamente marginale.

Damiano – ha concluso Mario Matera Frassese – mentre parla a se stesso, si rivolge alla sua gente e come lu cantastorie d’altri tempi racconta la vita e i meriti di questi personaggi. Affascina con una modalità linguistica che certamente avrebbe raccolto consensi da Mario Marti, il Padre della “piccola patria” salentina. Un atto d’amore, certamente, e nell’invitare tutti, salentini e forestieri a leggere l’opera di Antonio Damiano, mi piace chiudere con un passo del grande Mario Marti: «In fondo in fondo, ma bisogna arrivarci, salentinità è soprattutto un sentimento, una condizione psicologica e intellettuale, in sostanza un privilegiato e totale rapporto d’amore nei confronti di tutti gli aspetti, le condizioni, le manifestazioni del Salento da parte di chi nel Salento riconosca e senta la propria “piccola patria”»