Mancano operatori del turismo, proposta modifica al Rdc. Il sindacato: “applicare contratti adeguati”

Il Ministro del Turismo Garavaglia ha proposto una modifica al reddito di cittadinanza per incentivare i lavoratori, ma Fisascat Cisl di Lecce chiede contratti a norma e condizioni adeguate.

La stagione turistica è incominciata, complice anche le temperature molto elevate che già interessano il Salento, ed il comparto turistico è a corto di personale: mancano, infatti, camerieri, receptionist, cuochi e tante altre figure necessarie nel settore. Non sono tardate ad arrivare le dichiarazioni del Ministro del Turismo Garavaglia che ha puntato il dito contro il reddito di cittadinanza, proponendo alcune modifiche alla misura come la possibilità di mantenere il 50% del reddito nel caso in cui si faccia un lavoro stagionale.

“Le parole del Ministro del Turismo Garavaglia, che paventa di risolvere il problema della mancanza dei lavoratori nel settore turistico con la modifica in peius del reddito di cittadinanza, non denotano la volontà di risolvere le questioni importanti di questo Paese bensì di acuirle. Ad oggi il reddito di cittadinanza è stato l’unico strumento efficace – anche se perfettibile – per contrastare la povertà che ha raggiunto fette sempre più grandi della popolazione italiana”, ha dichiarato Marcello Frassanito, Segretario Generale della Fisascat Cisl di Lecce.

Secondo il sindacato, dunque, “Il Ministro confonde le cause con gli effetti dei problemi: sarebbe sufficiente applicare i contratti buoni che disciplinano le prestazioni lavorative di molti lavoratori. Quando parliamo di contratti ‘buoni’ stiamo a significare che evidentemente nel settore esistono contratti che consentono l’autentico sfruttamento di donne e uomini, giovani e meno giovani impiegati nel comparto. Se i lavoratori fossero retribuiti giustamente e rispettati nei loro diritti non si avrebbe alcuna mancanza di personale”.

“Se continuiamo a cercare la massima esperienza in cambio di stipendi davvero bassi, ingiustificabili alla luce del numero delle ore di lavoro effettuate – conclude Marcello Frassanito-, non possiamo dire di voler affrontare e risolvere il problema che denunciamo. Chi può andare in territori dove la professionalità viene apprezzata e pagata si sposta per la durata della stagione, chi rimane si arrangia. Purtroppo! Senza dimenticare quello che accade dopo turni di lavoro estenuanti, quando poi i lavoratori si ritirano a casa in piena notte mettendo a rischio la propria vita. La professionalità va chiesta e va retribuita!”.