Proprio non ci stanno ad essere considerati infermieri di serie B e ad essere tagliati fuori dal maxi concorso che porterà all’assunzione e stabilizzazione di 1130 infermieri. Sono i volontari e i liberi professionisti che ogni giorno operano sul campo, in prima linea, assumendosi anche responsabilità non adeguatamente ricompensate, a protestare contro la formula proposta che prevede una corsia preferenziale per alcuni lavoratori, quei precari che hanno prestato servizio per almeno tre anni senza essere stabilizzati.
La schiera di volontari e liberi professionisti che opera sulle ambulanze e che è attiva nel campo sanitario ha un ruolo importantissimo, svolgendo un servizio pubblico che le Asl non riescono, con i soli dipendenti pubblici, a coprire. Sempre in prima linea, si assumono responsabilità, senza essere tutelati e pagati adeguatamente
E di certo, a gente che ogni giorno, per anni, lavora sul campo non manca l’esperienza. Non sembra pensarla così la Regione Puglia che in quel 40 % di posti riservati ai lavoratori precari ha deciso di non includere anche loro. Al concorso, dunque, si presenteranno come semplici cittadini, formalmente senza esperienza sul campo, e dovranno scontrarsi con tutti coloro che penseranno di partecipare al maxi concorso.
Erano stati i tanti posti vacanti ad innescare la futura assunzione di 1130 lavoratori: complici i mancati effetti del Decreto Madia, poi, è arrivata la decisione di riservare circa 500 posti agli infermieri precari che negli ultimi cinque anni hanno lavorato per almeno tre anni.
“In vista del concorso indetto dalla Regione Puglia – raccontano alcuni di loro alla nostra redazione – noi volontari e liberi professionisti che prestiamo servizio sui mezzi Seus 118 (Soccorso Emergenza-Urgenza Sanitaria) ci sentiamo indignati. Il nostro lavoro non è assolutamente riconosciuto, anche per coloro i quali abbiano superato i 36 mesi di servizio”.
“Non devono esistere – concludono – infermieri di serie A e di serie B, poiché tutti meritiamo gli stessi diritti”.
