«Non si può morire al freddo su una panchina», Voce Nazionale attraverso il suo segretario provinciale Mario Spagnolo prende una dura posizione contro le istituzioni e il Comune di Lecce in maniera particolare.
La morte del senzatetto marocchino nel capoluogo del Salento ha lasciato tanta tristezza e una lunga scia di polemiche.
“Ieri era la giornata del dolore e abbiamo scelto il silenzio – scrive in una nota Mario Spagnolo -, ma oggi è tempo di una valutazione politica, necessaria al fine di capire quale china stia prendendo ormai la città di Lecce, che sembra essere abbandonata a se stessa. Bisognava aspettare il 30 gennaio per sapere che il freddo prima o poi sarebbe arrivato e che per i tanti clochard che vivono nella nostra città sarebbero cominciate giornate in cui non è dato sapere come potersi riparare dalle intemperie? Qualcuno ha già messo le mani avanti per dire che l’uomo che si è accasciato sulla panchina del Foro Boario non è morto di freddo, bensì di una patologia pregressa. Ci chiediamo se il freddo di questi giorni sia d’aiuto o meno… E ancora: se adesso si sa tutto, perché non si è intervenuti prima? È triste vedere come tra i tanti progetti che si presentano alla Regione Puglia non ce ne sia uno che abbia a cuore l’annoso problema dei senza fissa dimora. È triste constatare come vengano spesi i soldi pubblici in città, senza mai pensare a chi davvero non ha nulla, neanche un tetto sotto cui dormire.
Gridiamo no a questo malgoverno della cosa pubblica’.
Parole altrettanto dure quelle di Tommaso Prima, presidente del Pronto Soccorso dei Poveri che in questi giorni sta portando avanti una battaglia per l’apertura di luoghi di culto e strutture pubbliche in cui ospitare i senzatetto che vivono a Lecce.