Addio a Gianni Binucci, narratore appassionato della sua Lecce

Binucci non si limitava a illustrare monumenti; raccontava le vite che li avevano abitati, le vicende che li avevano plasmati, rendendo la storia accessibile, viva e profondamente umana.

Con un cordoglio sospeso e silenzioso, Lecce saluta la scomparsa di Gianni Binucci, un’anima instancabile e un custode appassionato della storia più autentica del capoluogo salentino. Operatore culturale conosciuto e amato, Binucci ci ha lasciato, ma il suo ricordo e il suo contributo alla conoscenza di Lecce rimarranno scolpiti nella memoria di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di partecipare alle sue illuminate e illuminanti passeggiate culturali.

Il custode della storia nascosta di Lecce

Gianni Binucci non era un semplice cultore di storia; era un narratore, un affabulatore che sapeva tessere i fili del passato con la stessa maestria con cui si maneggiano i filati, lui che si filati se ne intendeva per tradizioni famiglia. La sua conoscenza di Lecce andava oltre i testi accademici: attingeva alle storie tramandate dai nonni, le approfondiva con meticolosa ricerca sui libri e le arricchiva con il suo inconfondibile gusto per la parola condivisa. Chiunque lo ascoltasse durante le sue appassionate guide sentiva pulsare l’anima nascosta di Lecce, quella fatta di aneddoti, leggende e curiosità che solo un vero innamorato della città poteva svelare, raggiungendo il punto preciso in cui il mito e la leggenda si incontrano con la storiografia.

Un punto di osservazione privilegiato su Via Fazzi

Il suo storico negozio di filati in via Fazzi non era solo un’attività di famiglia, ma un vero e proprio punto di osservazione privilegiato. Da lì, Binucci ha assistito in prima persona alla trasformazione di Lecce, vedendola mutare da città discreta a vivace capitale del turismo. Un crocevia di arrivi e partenze, via Fazzi gli ha offerto uno sguardo unico sulle dinamiche urbane, permettendogli di cogliere le sfumature di un cambiamento che egli stesso, con il suo operato, ha contribuito a guidare e interpretare.

L’instancabile animatore di passeggiate culturali

La sua instancabile dedizione si manifestava nelle numerose passeggiate culturali che animava nel centro storico. Ogni vicolo, ogni palazzo, ogni pietra prendeva vita sotto le sue parole, diventando un capitolo di una storia millenaria. Binucci non si limitava a illustrare monumenti; raccontava le vite che li avevano abitati, le vicende che li avevano plasmati, rendendo la storia accessibile, viva e profondamente umana.

L’omaggio della città

Il cordoglio per la sua scomparsa è unanime. Anche la sindaca di Lecce ha voluto tributare il suo omaggio, riconoscendo il valore inestimabile di Gianni Binucci: “Perdiamo un profondo custode della memoria e dell’anima della nostra città”, ha scritto Adriana Poli Bortone. Una perdita che lascia un vuoto incolmabile, ma che al contempo rafforza l’impegno a preservare e tramandare l’eredità di un uomo che ha saputo amare e raccontare Lecce come pochi altri.
Gianni Binucci mancherà, ma il suo spirito continuerà a camminare per le vie di Lecce, sussurrando storie e invitandoci a riscoprire la bellezza nascosta di una città che, grazie a lui, abbiamo imparato a conoscere e ad amare ancora un po’ di più.



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