Le scuole chiudono le porte a chi non è vaccinato, scade il termine ultimo

Le scadenze per presentare la documentazione sono due, lo scorso 10 marzo per chi è già iscritto e il 10 luglio per i nuovi iscritti per l’anno 2019/2020.

Da oggi i bambini non vaccinati potrebbero rimanere fuori dalla classe. Si è chiuso il termine ultimo, il 10 marzo, per presentare la documentazione che attesta l’avvenuta vaccinazione degli iscritti agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, in accordo con la legge del 2017 voluta dall’ex ministro alla Salute Beatrice Lorenzin. I genitori inadempienti non vedranno i loro figli accettati in classe.

La legge, nata per far fronte al calo delle coperture vaccinali, prevede l’obbligo di 10 vaccini per i minori di 16 anni (difterite, tetano, poliomielite, epatite B, pertosse, haemophilus influenzae, morbillo, rosolia, parotite e varicella). Obbligo che, se non rispettato dalle famiglie, porta a sanzioni diverse in base alla fascia d’età.

Nessuna proroga questa volta, come già fatto per l’anno scorso, per cui era sufficiente presentare un’autocertificazione che garantiva la frequenza ai propri figli. Le scadenze in questo caso sono due, lo scorso 10 marzo per gli alunni già iscritti e il prossimo 10 luglio per i nuovi iscritti per l’anno 2019/2020. L’autocertificazione che aveva garantito la frequenza fino ad ora deve essere sostituita con la giusta documentazione.

C’è stato un effettivo adeguamento? È ancora da vedere. Nell’ultimo periodo la Asl di Lecce non ha registrato un incremento di vaccinazioni, fa sapere il direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica Alberto Fedele. Dati precisi, al momento, non sono disponibili, ma da una elaborazione preliminare, la Puglia dovrebbe raggiungere la soglia dell’immunità di gruppo, il 95 per cento, per l’esavelente, morbillo-parotite e rosolia di qui a 24 mesi.

Alle scuole l’obbligo di non accettare i bambini in mancanza del necessario, come previsto dalla legge. In tal caso, l’iscrizione alla scuola è mantenuta, ma i presidi saranno costretti a emettere dei decreti di non frequenza.

“È un atto dovuto per i dirigenti – dichiara Bruna Morena, preside dell’Istituto Comprensivo Statale “Ammirato Falcone” di Lecce – dobbiamo applicare quanto previsto dalla legge, non farlo sarebbe omissione di atti d’ufficio. La tutela della salute e del minore è un diritto da tutelare”.



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