“Siete voi la vera sorpresa”, il messaggio di Don Nando vestito da uovo di Pasqua. Ma c’è chi non gradisce

È polemica nella chiesa di San Bernardino Realino a Lecce, per l’originale omelia del sacerdote nel giorno di Pasqua. Qualcuno si è appellato al Vescovo.

È polemica nella chiesa di San Bernardino Realino a Lecce, per l’originale omelia del sacerdote nel giorno di Pasqua.

Don Nando non è nuovo a certe iniziative. È lui che ha vestito con una sciarpa giallorossa una statua in chiesa per festeggiare la cavalcata trionfale dell’amato Lecce.

Appartiene alla generazione di quei sacerdoti sprint, giovani, brillanti che amano entrare in sintonia con la loro comunità utilizzando un linguaggio che arriva direttamente al cuore dei fedeli. Non amano il dire compassato, il fare eccessivamente ricercato e sobrio. Puntano dritti al cuore, soprattutto dei ragazzi, cercando di trattenerli nella chiesa e nell’oratorio, anziché lasciarli in casa davanti a uno smarphone a al tablet o, peggio ancora, per strada, magari con cattive compagnie.

Vogliono conquistare l’attenzione dei loro fedeli e per farlo spesso ricorrono a un linguaggio non ortodosso, a una mimica non tradizionale.

Questa volta, nel giorno di Pasqua, Don Nando ha osato un po’ di più. si è presentato nel corso della Messa dedicata ai più piccoli con un copricapo a forma di uovo di Pasqua, recitando un’omelia provocatoria: “Ciascuno di voi sia la sorpresa nell’uovo, perché la vera Pasqua non sta nei regali e nei viaggi, ma è nascosta nell’intimo di ciascuno di noi.”

Parole che hanno toccato il cuore dei bambini, dopo qualche momento di straniamento e di sorpresa. Proprio quello che il sacerdote voleva ottenere, dal momento che le sue parole, proprio perché accompagnate da quel look, non sarebbero state dimenticate alla fine della Celebrazione, ma sarebbero diventate, invece, un ricordo costante, un monito, un’attualizzazione di un pensiero.

Eppure c’è chi non ha gradito, in molti non hanno condiviso quell’abbigliamento, considerato proprio davanti all’altare un eccesso da stigmatizzare.

C’è addirittura chi ha scritto al Vescovo chiedendogli di prendere provvedimenti nei confronti del giovane prete.

Sembrerebbe che l’Arcivescovo abbia chiamato il sacerdote per chiedergli un po’ più di sobrietà, ma non sono mancati i fedeli che hanno invece solidarizzato con lui, gradendo il modo originale di coinvolgere i propri figli nell’attività della parrocchia.



In questo articolo: