‘Irregolarità nel Nuovo Padiglione C3 del carcere di Lecce’, l’Osapp lancia un grido d’allarme

Per il Sindacato il personale è ormai stanco, demotivato e mal pagato: ‘Assistiamo invece a una iper attenzione nei confronti dei reclusi che minacciano disordini in caso di mancata concessione di richieste o pseudo-diritti’

«La domanda che poniamo è la seguente: si è oppure non si è in possesso di tutte le dovute autorizzazioni da parte della Asl per quanto riguarda i locali adibiti a cucina nel Nuovo Padiglione dell’Istituto Penitenziario di Lecce? Si hanno o non si hanno l’agibilità e l’abitabilità della struttura cosiddetta C3 da parte degli organi competenti? È previsto un piano di evacuazione? Di queste disattenzioni, necessarie alla sicurezza della popolazione detenuta e di chi naturalmente ci lavora tra cui i Poliziotti Penitenziari purtroppo non si ha ancora contezza ».

È l’Osapp, l’Organizzazione Sindacale degli Agenti di Polizia Penitenziaria, che prende carta e penna e scrive per sapere quale sia la reale situazione del cosiddetto padiglione C, il nuovo blocco del carcere di Lecce che è stato aperto per far fronte all’emergenza Covid-19.

Nella nuova struttura ci sarà la presenza delle diverse tipologie di detenuti e con la completa apertura si avrà un incremento ricettivo previsto pari alle 200 unità come da capienza.

Il sindacato, tuttavia, chiede informazioni più dettagliate nel convincimento che non tutto sia perfettamente a regola. Così ecco che parte una lettera urgentissima da parte della segreteria regionale del sindacato non solo alla direzione dell’Istituto di pena di Lecce ma anche al Dipartimento di Prevenzione dell’Asl del capoluogo salentino, al Comando dei Vigili del Fuoco di Lecce, al Provveditore Regionale per la Puglia e la Basilicata degli Istituti di Pena e al Vice-capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

L’Osapp sembra essere convinta del fatto che mancherebbe l’idoneità del locale adibito alla cucina dei detenuti con la prevista e dovuta autorizzazione dell’ASL competente. Non ci saprebbe nemmeno, a detta del sindacato, un eventuale piano di evacuazione oltre a non essere mai stato acquisito il parere dei Vigili del Fuoco.

Tutte carenze che potrebbero rappresentare un rischio per la popolazione carceraria e per gli agenti di polizia penitenziaria.
Il caso, insomma, sembra essere solo alle prime battute e siamo certi che non mancheranno gli adeguati provvedimenti e le necessarie risposte di chi ha la responsabilità della struttura.

Solo qualche giorno fa, l’Osapp, proprio in occasione della visita del Dott. Martone a Lecce (il Provveditore Regionale per la Puglia e la Basilicata degli Istituti di Pena), aveva scritto una durissima nota circa la situazione della struttura leccese anche nell’ottica dell’apertura del nuovo padiglione che metterebbe ancora più in crisi un organico risotto all’osso.

Parole di fuoco quelle del sindacato: «La segreteria regionale Osapp Puglia, a seguito dell’odierna visita del provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria pugliese, Dott. Giuseppe Martone, presso il penitenziario leccese, il più grande del sud Italia, comunica che sono trapelate delle indiscrezioni preoccupanti. Parrebbe che entro la fine del mese di Maggio sarà completata l’apertura del nuovo padiglione denominato C3 con una capienza regolamentare di 200 nuovi detenuti, senza considerare una vera programmazione e invio di nuovo personale di polizia penitenziaria maschile e nel ruolo di Agenti Assistenti di almeno 70/80 unità, solo per lo svolgimento in sicurezza e garantendo i minimi diritti soggettivi e oggettivi al personale ormai stanco, demotivato e mal pagato, mentre si assiste a una iper attenzione e garantismo per i reclusi che “minacciano” disordini in caso di mancata concessione di richieste o pseudo-diritti, una delle tante concessioni per tenerli “buoni”. Si pensi che in qualche sezione detentiva si eroga caffè in cialde, “offerto” dalla Direzione per tenerli “calmi” e tutto questo appare paradossale e incomprensibile e in certi casi lascia increduli coloro che leggono. Si tratta, invece, – conclude il Vice segretario regionale di Osapp, Ruggiero Damato – dell’amara realtà! Di contro si assiste alla mancanza di tamponi, straordinari non pagati, missioni non pagate, mancata fornitura di vestiario, anfibi, gradi, fregi da circa 8 anni, ma tutto questo sembra non interessare la Dirigenza Regionale ».



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