
La rissa che si è sfiorata nella giornata di ieri all’Ospedale di Copertino dopo che una donna, giunta al pronto soccorso per una frattura al femore, ha dovuto attendere 12 ore per essere poi portata a Gallipoli, come era inevitabile che fosse, ha lasciato degli strascichi.
Ad intervenire in maniera decisa la Federazione Provinciale di Lecce del Partito Comunista che accosta la vicenda al tragico episodio del 10 giugno scorso, quando dopo ben 28 ore di attesa – raccontano – moriva un 80enne che era giunto in Pronto Soccorso attorno alle 11 del mattino dello stesso giorno della riapertura.
‘Eppure c’era chi festeggiava e pubblicizzava la riapertura come un grande ritorno alla normalità ed alla disponibilità dei servizi per i cittadini. Lo faceva per esempio il copertinese Sebastiano Leo, uno degli assessori del governo regionale Emiliano(PD). La realtà, tuttavia, ha la brutta abitudine di sbucare fuori dopo che il fumo negli occhi si è finalmente dissipato, ma può farlo con risvolti tragici.’
In dubbio ovviamente non ci sono la professionalità e la volontà del personale sanitario che risulta essere il bersaglio sbagliato della rabbia dei cittadini, una rabbia comprensibile dinanzi alla sofferenza dei propri cari che però non dovrebbe mai essere rivolta contro chi lavora nelle strutture.
A detta del Partito Comunista le colpe del mal funzionamento sarebbero da individuarsi in una riapertura che non ha funzionato: ‘Non si può tenere attivo un pronto soccorso con un solo medico. Non si può riaprire un ospedale con gran parte del personale medico non ancora rientrato dagli altri centri dove era stato dislocato. 1 addetto per i tamponi, che vanno portati al Fazzi, perché Copertino non li può processare, semplicemente non basta. Insomma, la riapertura appare sempre più come una farsa, un’ azione puramente propagandistica che mette in pericolo le vite dei cittadini e la sicurezza del personale sanitario’.
Il Partito Comunista ha intenzione di convocare un presidio da tenersi domenica 21 giugno a Copertino con un’unica finalità, la difesa della sanità pubblica.